Se agli asiatici piace diventare ricchi

Zitelmann ha creato un Rich Sentiment Index che misura in scala decrescente l'ostilità alla ricchezza e ai ricchi

14 Luglio 2022

Corriere della Sera

Argomenti / Economia e Mercato

Da anni si sostiene che siamo entrati nel secolo asiatico, o forse cinese. Al di là della confusa geopolitica del momento, ci sono segni, apparentemente marginali, che inducono a pensare che sia proprio così e che probabilmente la maggiore dinamicità si registrerà più nell’Asia nel suo complesso che nella sola Cina.

Lo storico e manager tedesco Rainer Zitelmann ha condotto una serie di sondaggi in diversi Paesi per misurare il rapporto che diverse popolazioni hanno con la ricchezza e con i ricchi. Qualcosa che, indirettamente, indica dove si sviluppa e si svilupperà la maggiore attività, stimolata dal desiderio di successo economico.

Zitelmann aveva chiesto a campioni rappresentativi in sei Paesi europei e negli Stati Uniti quanto per loro fosse importante essere o diventare ricchi. La media di coloro che risposero «molto importante» o «abbastanza importante» è risultata del 28%: da un minimo del 19% in Gran Bretagna a un massimo del 36% in Italia, con gli Stati Uniti al 30%, la Svezia al 32, la Spagna al 31, la Francia al 26, la Germania al 22%. In tutti questi Paesi dell’Occidente, una chiara maggioranza ritiene insomma che non sia importante diventare ricchi.

Zitelmann ha poi fatto lo stesso esercizio in Asia. È risultato che il 43% dei giapponesi ritiene che arricchirsi sia importante, quota che sale al 50% tra i cinesi, al 63% tra i sudcoreani, al 76% tra i vietnamiti. «Le persone in Asia sono più affamate di successo – commenta lo storico – e ciò in parte spiega i più alti livelli di dinamismo economico nel continente».

Zitelmann ha poi elaborato un coefficiente di invidia sociale verso i ricchi – nel quale risulta che l’invidia è più alta, nell’ordine, in Francia, in Germania e in Cina e meno della metà in Vietnam, Corea del Sud, Giappone. E ha poi creato un coefficiente dei tratti di personalità che vengono attribuiti ai ricchi, sei positivi e sei negativi tra cui scegliere: ancora una volta, i vietnamiti sono coloro che vedono nei ricchi molte più positività che negatività.

Mettendo assieme il tutto, il prodotto finale è un Rich Sentiment Index che misura in scala decrescente l’ostilità alla ricchezza e ai ricchi. I francesi sono i più ostili, con un indice di 1,2; seguono spagnoli e tedeschi a 1,1; poi vengono italiani e cinesi a 0,9; quindi svedesi e americani a 0,6; britannici e sudcoreani a 0,5; vietnamiti e giapponesi a 0,4.

dal Corriere della Sera, 14 luglio 2022

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