Venticinque% per tutti

Nicola Rossi

Questa ricerca non si limita a immaginare come redistribuire risorse. Si propone di cambiare alla radice il rapporto fra Stato e cittadino: abbattendo la rendita da intermediazione del primo (riducendo i costi amministrativi e di transazione) e restituendo libertà di scelta al secondo.
ISBN / 978-88-6440-331-1
pagine / 122
anno / 2017
15 euro
Collana / Policy

La flat tax serve solo ad “aiutare i ricchi”? In Italia sarebbe incostituzionale? Scardinerebbe il meccanismo della progressività fiscale e lo stesso Stato sociale?

Questa ricerca suggerisce che i luoghi comuni sulla flat tax hanno davvero scarso fondamento. In parte perché il sistema dell’imposta sul reddito, in Italia, è progressivo di nome e non di fatto: il suo disegno è ormai caotico e contraddittorio, e i suoi effetti sono ormai impredicibili per il singolo contribuente. In parte perché la flat tax è concepita come complementare, secondo la lezione di Milton Friedman, a una misura universale di contrasto alla povertà: il “minimo vitale”.

A determinate condizioni queste due misure sono fatte per stare insieme e completarsi. E potrebbero ridefinire la struttura (e la natura) tanto del nostro sistema fiscale quanto del sistema di trasferimenti.

Se sviluppate congiuntamente, si tratta di ipotesi di lavoro che, senza equivoci e diversamente da come si è fatto negli ultimi vent’anni (con risultati a dir poco deludenti), fanno una scelta di campo: la vera riforma della Pubblica amministrazione si fa solo attraverso il processo di revisione strategica (e non funzionale) della spesa. Domandandosi che cosa lo Stato debba produrre e come, e non limitandosi a chiedere che faccia un po’ meglio quello che già fa.

Questa ricerca non si limita a immaginare come redistribuire risorse. Si propone di cambiare alla radice il rapporto fra Stato e cittadino: abbattendo la rendita da intermediazione del primo (riducendo i costi amministrativi e di transazione) e restituendo libertà di scelta al secondo.

Nicola Rossi

Nicola Rossi (Andria, 1951) ha conseguito la Laurea in Diritto presso l'Università di Roma "La Sapienza".

Successivamente ha ottenuto il Master e il Dottorato in Economia presso la London School of Economics.

Ha lavorato nel Servizio Studi della Banca d'Italia e nella Divisione Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale.

È stato docente nell'Università "Guido Carli" di Roma, nella "Ca' Foscari" di Venezia, nell'Università di Modena e infine presso l'Univeristà "Tor Vergata" di Roma, dove è attualmente professore ordinario di Economia politica.

È stato Consigliere economico del Presidente del Consiglio nel periodo 1998-2000 e Consigliere economico del Ministero del Tesoro negli anni 2000-2001. È stato Deputato e Senatore della Repubblica.

E' stato Presidente della Fondazione Istituto Bruno Leoni negli anni 2011-2013. Oggi fa parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione e sta sviluppando per l'Istituto l'Osservatorio Minghetti, sui temi di finanza pubblica.

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