Un sms per amico?

Scambiarsi il numero di cellulare è un gesto tipico di contatto tra le persone. Ma non funziona a suggellare un'amicizia tra il fisco e i contribuenti

15 Novembre 2016

IBL

Argomenti / Politiche pubbliche Teoria e scienze sociali

Cosa pensa, un contribuente italiano, quando ascolta l’auspicio di un “fisco amico”?

Probabilmente, penserà a avvisi più chiari e leggibili anche senza l’aiuto di un commercialista, alla fine degli accertamenti adottati con criteri presuntivi, al ristabilimento dell’ordinario onere della prova, all’uso delle procedure bonarie non con finalità ricattatorie.

Il governo sembra invece avere un’altra idea di fisco amico: quello che ha il tuo numero di cellulare per ricordarti quanto, secondo lui, gli devi.

Se Mi Scordo, il sistema di avviso via sms appena attivato da Equitalia e sponsorizzato da Renzi come il segnale di un netto cambio di rotta nel rapporto contribuente-fisco, è un servizio meramente informativo a richiesta del contribuente, limitato a due tipologie di avvisi: promemoria in caso di mancato pagamento della metà delle rate nel caso di piano di rateizzazione del debito o dell’ultima rata; e promemoria in caso di affidamento a Equitalia di una nuova riscossione.

Come sottolinea Equitalia nel documento informativo, SMS è un servizio accessorio senza alcun valore né vincolo giuridico. Detto pane al pane, non cambia nulla nella tenace asimmetria prevista dalla legge e rafforzata dalle prassi degli uffici tra l’amministrazione fiscale e i contribuenti. E anzi, paradossalmente, conferma l’unilateralità del dialogo tra le parti, avendo l’amministrazione un canale in più per ricordarci – certo… amichevolmente! – quanto dovremmo versare, ma lasciando a noi contribuenti i consueti e faticosi metodi per dimostrare, eventualmente, il contrario.

Scambiarsi il numero di cellulare è un gesto tipico di contatto tra le persone. Ma non funziona a suggellare un’amicizia tra il fisco e i contribuenti. Se Renzi vuole davvero chiudere con quel modello erariale pensato e voluto da Visco e Tremonti e che lui stesso ha definito inutilmente polemico e vessatorio, cominci dallo smantellarne i pezzi, partendo, ad esempio, dall’abrogazione del solve et repete, il meccanismo introdotto nel 2010 che obbliga in via ordinaria al pagamento delle cartelle prima che la somma contestata sia veramente accertata (PDF).

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