9 Dicembre 2025
Il Tempo
Carlo Lottieri
Direttore del dipartimento di Teoria politica
Argomenti / Teoria e scienze sociali
Ogni società deve rispettare la libertà di movimento, ma al tempo stesso — e fin dai tempi di John Locke — ogni seria teoria liberale ha sempre connesso il diritto a spostarsi al tema della proprietà. La mia facoltà di muovermi non può permettermi di entrare in casa d’altri in assenza di un invito.
Il trionfo dello Stato moderno sovrano e il diffondersi di concezioni avverse ai diritti individuali hanno però scombinate le carte. Uno degli effetti di tutto ciò è l’idea che ognuno potrebbe sempre andare dove gli pare, così che impedirlo lederebbe libertà fondamentali. Per giunta, il dilatarsi dei bilanci pubblici e l’avvento dello Stato sociale hanno reso l’immigrazione un problema assai grave, come attesta in modo paradigmatico il caso americano.
Una società che si reggeva sull’immigrazione ha finito inevitabilmente per alzare muri, dato che oggi chi arriva negli Stati Uniti accede ad aiuti pubblici di ogni tipo i cui costi gravano soprattutto sulla popolazione locale. Non era così quando i nostri connazionali attraversavano l’Atlantico e giungevano a Ellis Island. Allora l’unico aiuto che ricevevano proveniva dalla rete informale dei parenti e dei compaesani.
Anche nell’Italia di oggi si vede come l’esodo di massa crei una guerra tra poveri, ad esempio per l’accesso alle case popolari. Quanti a sinistra difendono il welfare State e l’immigrazione incontrollata devono allora scegliere: l’uno e l’altra sono incompatibili, dato che l’arrivo di povera gente dai posti più remoti rende impossibile la tenuta di un bilancio pubblico già ora piuttosto dissestato.
Va aggiunto che non tutti gli immigrati sono uguali e che le differenze culturali andrebbero prese seriamente in considerazione. È evidente che ogni società civile poggia su una qualche condivisione di valori; e da tutto questo discende che vi sono soggetti che s’inseriscono con maggiore difficoltà nelle nostre città.
Nella sua teoria generale Bruno Leoni fa risalire il diritto all’incontro tra le pretese dei singoli: in sostanza, al fatto che pretendiamo di non essere aggrediti, derubati ecc. Ma se le culture sono distanti e quindi le pretese differiscono, è difficile che si delinei un ordine giuridico condiviso: che si tratti dei diritti della donna, della libertà di vivere come si vuole la sessualità, della tutela della famiglia, e via dicendo.
L’arrivo di milioni di soggetti che nulla hanno a che fare con la tradizione europea e con l’eredità giudaico-cristiana pone le premesse per la dissoluzione della società occidentale, tanto più che le classi dirigenti non intendono abbandonare le politiche sociali più irragionevoli. Basti pensare ai progetti di interi quartieri di edilizia popolare che, in tale quadro, rischiano di replicare ovunque lo sfascio e la devastazione di tante banlieue francesi.