Taxi, se Salvini cade sui vincoli agli Ncc

La Consulta boccia i vincoli agli Ncc voluti da Salvini: lo Stato ha ecceduto, la competenza sul trasporto locale spetta alle Regioni

5 Novembre 2025

La Stampa

Serena Sileoni

Argomenti / Diritto e Regolamentazione

In una lite col governo su alcuni vincoli introdotti a carico degli Ncc, la Corte costituzionale ha accolto le lamentele della Calabria. Sembrerebbe una notizia che interessi solo lo Stato, una regione e qualche migliaio di autisti, ma i riflessi di questa vicenda superano la questione specifica.

Un anno fa, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e quello dell’Interno hanno adottato una serie di provvedimenti sulle modalità di tenuta del foglio di servizio elettronico, un documento digitale in cui gli Ncc devono registrare le loro attività. I provvedimenti non si sono limitati a dire come si compila il foglio, ma hanno introdotto alcuni vincoli al servizio, dopo che restrizioni simili erano già state bocciate dalla Corte costituzionale. In sostanza, Salvini ha provato a introdurre per via amministrativa quelle limitazioni all’attività di noleggio con conducente che da anni garantiscono il consenso della categoria dei tassisti.

In particolare, si tratta dell’obbligo di attesa di venti minuti tra la prenotazione e l’inizio del servizio, laddove non avvenga dalla rimessa, e dell’esclusione dalla possibilità di firmare contratti di durata per il trasporto Ncc per coloro che svolgono attività di intermediazione, come alberghi, strutture e agenzie turistiche. La Consulta, sollecitata dalla Calabria, ha ora annullato questi vincoli, ritenendoli sproporzionati rispetto allo scopo di garantire una leale concorrenza con i taxi.

Storicamente, il conflitto fra tassisti e Ncc è stato gestito dallo Stato e, per esso, dal ministero ora guidato da Salvini, sulla base della competenza statale in materia di tutela della concorrenza. Tuttavia, chiarisce la Corte, la tutela della concorrenza vale come materia solo per cercare un punto di equilibrio tra l’attività libera dei noleggiatori e i vincoli imposti ai tassisti in regime di obbligatorietà della prestazione. Un intervento statale che sia sproporzionato rispetto a questo obiettivo eccede la competenza dello Stato e interferisce con quella delle regioni sul trasporto pubblico locale.

La Calabria si è quindi vista dare ragione nel sostenere che, oltre alla necessità di assicurare la leale concorrenza tra i due servizi, non spetta al governo centrale mettere paletti all’attività degli Ncc, perché essa rientra nella competenza regionale del trasporto pubblico locale.

La contesa tra tassisti e Ncc va avanti da anni, con toni e modi a volte persino violenti, tanto che quella del trasporto pubblico non di linea è una delle riforme concorrenziali più note tra quelle inevase e che più mettono d’accordo i consumatori. Una delle loro associazioni, l’Unione dei Consumatori, ha chiesto ieri le dimissioni di Salvini. Il presidente Occhiuto ha cantato vittoria per una battaglia che si inserisce in una più ampia campagna di deregolamentazione dei servizi turistici, utile all’economia della regione.

Ma la sentenza della Corte non è, di per sé, un punto a favore della liberalizzazione del settore. Dice solo chi deve occuparsi di cosa, ma spetterà – come sempre – alla responsabilità politica, statale e regionale, decidere se continuare ad assecondare le richieste di protezione dei tassisti o se confrontarsi con un mondo diverso, dove basta un clic per prenotare un passaggio.

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