Tante sorprese nella bolletta tra mercato libero e tutelato

Carlo Stagnaro: «Gli ex monopolisti non hanno alcun interesse a fare offerte commerciali aggressive a una clientela che si dimostra piuttosto pigra».

19 Aprile 2014

Pagina 99

Argomenti / Teoria e scienze sociali

«Bisogna prevedere modalità di progressivo abbandono dei regimi di tutela per la vendita di energia e gas affinché siano le forze di mercato a garantire efficienza sul versante dei prezzi». Non è una frase ripescata a caso dall’archivio di un giornale dei primi anni Duemila. Sono le parole pronunciate pochi giorni fa durante un’audizione alla Camera dal presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella. Vanno nella stessa direzione propugnata da Chicco Testa, il capo di Assoelettrica: la lobby dei produttori di elettricità lamenta come meno della metà dei 300 miliardi di chilowattora consumati nell’ultimo anno in Italia sia sottoposto a meccanismi competitivi, e sollecita il superamento del “servizio di maggior tutela”.

Di che cosa stiamo parlando? Per le piccole utenze il mercato dell’energia elettrica e del gas è diviso in due: libero e tutelato. La completa liberalizzazione, in vigore da inizio luglio 2007, ha fatto sì che tutti i clienti finali possano scegliere il proprio fornitore di elettricità e gas, andando a caccia delle offerte migliori. Nello stesso tempo si prevede un altro meccanismo, in teoria residuale: il “servizio di maggior tutela”. Ovvero, un sistema di prezzi tariffati per clienti domestici e piccole imprese (fatturato inferiore a10 milioni e meno di 50 dipendenti) che non hanno scelto un fornitore sul libero mercato. In questo caso, a fissare i prezzi, aggiornati ogni tre mesi, ci pensa l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg).

Ora, dalla liberalizzazione dell’energia elettrica sono passati sette anni, mentre quella del gas ne ha appena compiuti undici. Qualcosa non è andato per il verso giusto se la stragrande maggioranza degli utenti associa il mercato libero a costi esorbitanti, scarsa trasparenza e in alcuni casi vere e proprie truffe. Certo, il fenomeno dei venditori porta a porta a porta che attivavano contratti di fornitura a clienti del tutto ignari non ha contribuito a creare un clima di fiduciaverso la libera concorrenza. Ma a forza di multe, Antitrust e Aeeg sono riuscite a contenere l’ondata di truffe.

Secondo Pitruzzella, la tutela dovrebbe essere riservata solo alle “utenze effettivamente vulnerabili”, fermo restando che il passaggio al mercato dovrebbe essere “progressivo, rigidamente scadenzato”. La speranza è che il settore elettrico, dove gli operatori attivi sono oltre 300 a fronte di 9 milioni di clienti, compia lo stesso sprint che ebbe quello della telefonia, dove la concorrenza ha portato vantaggi evidenti ai consumatori.

Il problema è che la scorsa estate, la stessa Autorità per l’energia ha divulgato un’indagine i cui risultati non sono esattamente uno spot per il mercato libero. Secondo lo studio, basato sui prezzi del 2011, chi è passato al mercato libero ha avuto bollette elettriche più care del 12,8% (+2% nel caso del gas) rispetto a un cliente rimasto sotto tutela dell’Aeeg. Insomma, nel mercato italiano dell’energia la concorrenza sembra non portare vantaggi al cliente finale. Ma è vera concorrenza? Fino a un certo punto.

Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni e oggi consulente della ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi, ha fatto notare che gli ex monopolisti «giocano arbitrando tra maggior tutela e mercato libero e non hanno alcun interesse a fare offerte commerciali aggressive a una clientela che si dimostra piuttosto pigra».
Sempre Stagnaro è stato tra i più duri critici. dell’indagine Aeeg, evidenziandone numerose carenze: un campione ridotto e un metodo discutibile, che tiene conto dei prezzi medi anziché delle offerte più competitive. Seguendo quest’ultimo metodo, infatti, il ricercatore ha scoperto che un cliente che consuma trai 5 e i 15 chilowattora all’anno avrebbe notevoli risparmi se passasse alle offerte del libero mercato. E sapete come ha fatto? Consultando il Trovagjirte: il servizio comparativo offerto dalla stessa Aeeg. «Sul piano puramente teorico, Pitruzzella ha ragione al 300 per cento dice Pietro Giordano, presidente nazionale di Adiconsum -. Il problema è che il cosiddetto mercato libero è pieno di aziende che lavorano anche nel mercato tutelato. Allora o si liberalizza davvero, e gradualmente, o è meglio lasciare tutto così com’è».

«La diffidenza verso il mercato libero è anzitutto un problema di trasparenza», è il parere di Domenico Romito, responsabile nazionale dell’associazione Avvocati dei Consumatori.
«Chi passa al mercato libero spesso non sa che gli sconti promessi scattano solo al raggiungimento di una certa soglia di consumo. Chi consuma poco non solo non risparmia ma si ritrova a pagare bollette altissime, che sembrano studiate apposta per risultare incomprensibili».

Se la speranza di Pitruzzella è condivisibile, le associazioni di consumatori fanno notare come le componenti in ballo in una bolletta energetica siano molte di più, e assai meno decifrabili, di quelle di una fattura telefonica. La ministra Guidi ha annunciato bollette «più leggere, eque e trasparenti».
Vedremo. I fatti, registrati dalle statistiche Eurostat, dicono che tra la seconda metà del 2011 e la seconda metà del 2012 la bolletta elettrica degli italiani è lievitata dell’11,2% (quasi il doppio dell’aumento registrato nella Ue) mentre quella del gas è salita del 10,6 per cento.

Da Pagina 99, 19 aprile 2014

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