Straborghese

Sergio Ricossa

Il borghese di Ricossa «è in buona sostanza l’eroe di una storia. La storia di uno sviluppo economico tumultuoso e imprevedibile. Il borghese ricossiano è il protagonista di una rivoluzione infinita e permanente, destinata a ripetersi finché sopravvivrà qualcosa del sistema capitalistico

ISBN / 978-88-6440-014-3
pagine / 184
anno / 2010
20 euro

Pubblicato nel 1980, a pochi anni dagli eccessi della contestazione, Straborghese è un pamphlet scritto e pensato contro ogni luogo comune. Una difesa della borghesia, prima ancora che come classe sociale, come carattere, come tipo umano, come fenomeno. C’è chi nasce «mezzo borghese, e se ne ha la volontà lo diventa del tutto applicandosi da autodidatta». Per Ricossa, il carattere borghese risiede sostanzialmente nella vocazione dell’uomo a rapportarsi con l’altro, a crescere e a migliorare attraverso lo scambio. La civiltà borghese è «colorata dai fiori dell’individualismo, mossa dalla libera fantasia innovatrice di ciascuno e di tutti, nel reciproco rispetto, alla ricerca anche avventurosa delle dolcezze della vita, ma con aurea moderazione intesa a evitare ogni eccesso».

La borghesia come stilema dell’Ottocento e come parte che parla per il tutto della società liberale. Questa la sfida di Sergio Ricossa lanciata quando l’Italia sembrava veramente a un passo dal diventare un Paese comunista: difendere l’ideale della libertà individuale, attraverso il suo più odioso rappresentante storico. Il borghese.

Come scrive Alberto Mingardi nella sua prefazione, il borghese di Ricossa «è in buona sostanza l’eroe di una storia. La storia di uno sviluppo economico tumultuoso e imprevedibile (imprevedibile perché mai visto prima). Il borghese ricossiano è il protagonista di una rivoluzione infinita e permanente, destinata a ripetersi finché sopravvivrà qualcosa del sistema capitalistico».

Sergio Ricossa

Classe 1927, Sergio Ricossa si laurea in Economia nel 1949 a Torino, Università nella quale ha svolto la sua intera carriera accademica e di cui è professore emerito. Nel 1961 è professore incaricato di Politica Economica e finanziaria disciplina della quale diventa ordinario nel 1963.
Ricossa è membro della Mont Pélerin Society, di cui è stato Vice Presidente ed alla quale è stato introdotto da Bruno Leoni, Accademico dei Lincei e socio dell'Accademia di Agricoltura di Torino. Ha collaborato e collabora a importanti riviste scientifiche e a vari quotidiani, tra i quali La Stampa e Il Giornale. In quelle sedi, ha tenuto alta la fiaccola della libertà in anni bui nei quali le parole "proprietà" e "mercato" sembravano non meritare che aspre accuse.

La sua attività scientifica prende avvio da ricerche di econometria, da cui però viene deluso sul piano metodologico. È in un serrato confronto con il “costruttivismo” prevalente nella scienza economica (Ricossa studierà approfonditamente, e demolirà, soprattutto la teoria di Sraffa), che Ricossa sviluppa interesse e attenzione per i grandi temi del liberalismo.
Oltre ai numerosi lavori scientifici ed al monumentale Dizionario di Economia edito dalla UTET (Premio Presidenza della Repubblica), oggi alla terza edizione, da segnalare è soprattutto La fine dell'economia (Sugarco, 1986), saggio nel quale Ricossa "regola i conti" col demone del “perfettismo”.

Accanto alla rigorosa attività scientifica, di importanza non certo minore è stata la sua predicazione di polemista e divulgatore delle idee liberali. Per Indro Montanelli, c'è nel Ricossa scrittore “del Montaigne, del Voltaire, del Renard”. Non sono state solo la sua prosa, inimitabile e leggera, pacata eppure sempre graffiante, né la sua cultura, di stampo anglosassone e geneticamente anticonformista, anche nell'Italia dei signorsì, a valere a Ricossa l'affetto e la gratitudine di una generazione di studiosi liberali. Ma soprattutto la sua immensa umanità, la sua cortesia, la sua attenzione, il suo affetto sincero per lo studio e l'apprendere.

I suoi settacinque anni sono stati festeggiati con un convegno a Torino e un libro, Il coraggio della libertà. Saggi in onore di Sergio Ricossa (Rubbettino, 2002), curato da Enrico Colombatto e Alberto Mingardi. È possibile leggere online ampi stralci dell'introduzione. Parte della sua Biblioteca è a disposizione degli studenti grazie a una donazione al CIDAS di Torino, dove è affiancata alla biblioteca di Bruno Leoni.
Di Sergio Ricossa, l'Istituto Bruno Leoni ha ripubblicato La fine dell'economia, con l'editore Rubbettino, e Straborghese, con IBL Libri.

Sergio Ricossa è stato Presidente Onorario dell’Istituto Bruno Leoni dal 2003 al 2011, quando ha sospeso tale forma di collaborazione con l’Istituto per motivi di salute.
L'Istituto Bruno Leoni si ispira e si continuerà ad ispirare al suo esempio, nelle sue iniziative per la libertà individuale e di mercato.