Stagnaro: "Caro carburanti, c'è spazio per un taglio strutturale delle accise"

Lasciamo che siano l'ingegno degli imprenditori e l'interesse dei consumatori a indirizzare le scelte energetiche

25 Maggio 2022

Quattroruote

Argomenti / Politiche pubbliche

“C’è spazio per un taglio strutturale delle accise, ma deve essere attentamente calibrato” per non replicare gli effetti “perversi” dell’attuale misura “transitoria” varata dal governo. Ne è convinto Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni (un organismo no profit di studi e ricerche, nato nel 2003 con l’intento di promuovere idee in favore del libero mercato), che, in questa intervista a Quattroruote, esprime forti critiche anche ad altri interventi dell’esecutivo, tra i quali la tassazione degli extra-profitti delle società energetiche, e attacca gli incentivi alla mobilità elettrica.

Da tempo si parla di rendere strutturale il taglio delle accise, ma gestori degli impianti e Confindustria sono contrari. Come stanno le cose?
Le accise italiane sono tra le più alte in Europa. Quindi, lo spazio per un taglio c’è. Sarebbe tuttavia contraddittorio con la volontà politica di disincentivare l’uso dei combustibili fossili nell’autotrazione. Inoltre, la fiscalità sui carburanti rappresenta una fonte importantissima di gettito fiscale: in un anno “normale” parliamo di circa 25 miliardi di euro, pari a circa il 5% del totale delle entrate tributarie. Un intervento del genere, dunque, deve essere attentamente calibrato. Ciò che invece rischia di generare effetti perversi è un taglio transitorio, come quello che è stato introdotto dal Governo, che rischia di mitigare il segnale di prezzo e, contemporaneamente, di creare significativi problemi nel momento in cui si tornerà al regime ordinario. Semmai, sarebbe utile rivedere le accise in modo tale da pareggiarne i livelli, a parità di gettito complessivo, attraverso un graduale incremento dell’accisa sul gasolio e riduzione di quella sulla benzina.

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