Scuole paritarie, famiglie libere di scegliere: arriva il bonus

Questo provvedimento potrà aiutare a superare la superstizione che induce molti a ritenere che le scuole libere debbano essere dei ricchi e quelle sotto il diretto controllo dello Stato, invece, debbano essere per i poveri.

31 Dicembre 2025

Il Giornale

Carlo Lottieri

Direttore del dipartimento di Teoria politica

Argomenti / Politiche pubbliche

La decisione del governo di aprire la strada al buono-scuola va accolta positivamente. Si tratta infatti di un primo passo verso una scuola più libera e plurale. Con il buono-scuola, in effetti, si permetterà ad alcune famiglie di scegliere davvero tra una scuola pubblica e una privata, dato che allo studente verrà consegnato un voucher con il quale potrà pagare in tutto in parte la retta di un istituto non statale e paritario ( che quindi risponda ai criteri fissati dallo Stato ). Potranno usufruire di questo aiuto solo le famiglie con un Isee inferiore a 30 mila euro e con uno studente iscritto alle scuole medie o al biennio delle superiori. Oltre a ciò, ogni studente potrà al massimo ricevere un aiuto di 1500 euro. Non è tanto, ma almeno è qualcosa.

Quella del buono-scuola è una vecchia battaglia liberale. E se in Italia il primo a parlarne decenni fa fu Antonio Martino, successivamente a impegnarsi in questa direzione sono stati soprattutto Dario Antiseri, Bruno Bordignon e Lorenzo Infantino, che in ogni modo hanno cercato di far comprendere la necessità di superare un sistema di istruzione che, fino dal 1861, tendenzialmente attribuisce allo Stato il compito di formare le generazioni future. Questo primo passo può essere considerato timido e senza dubbio lo è. Nella finanziaria, in effetti, sono destinati soltanto 20 milioni : meno di quanto da sola non stanzi la Regione Lombardia. D’altra parte, se si considera che nel suo insieme lo Stato spende oltre 60 miliardi per l’istruzione, è facile capire come questo possa essere solo un timido inizio. Si tratta però di un passo nella direzione giusta e già ora è necessario che la società civile si impegni affinché nella prossima finanziaria le risorse destinate siano maggiori.

In prospettiva, il contribuente potrebbe perfino risparmiare, dato che in media uno studente della scuola di Stato costa oltre 10 mila euro all’anno. Se nei prossimi anni dovesse crescere la quota di studenti iscritti alle scuole libere, il gravame dell’istruzione pubblica potrebbe ridursi.

Va anche aggiunto che da anni purtroppo si assiste a una moria delle scuole private in generale e cattoliche in particolare, dal momento che è difficile competere con istituti finanziati direttamente dallo Stato. Le scuole libere sono però una realtà cruciale della nostra storia culturale : basti pensare, solo per fare un esempio, che al liceo classico Arici di Brescia hanno studiato papa Paolo VI ed Emanuele Severino. Non c’è dubbio che la scelta di limitare l’accesso al buono-scuola alle sole famiglie a basso reddito riduce la portata dell’iniziativa. Al tempo stesso, questo potrà aiutare a superare la superstizione che induce molti a ritenere che le scuole libere debbano essere dei ricchi e quelle sotto il diretto controllo dello Stato, invece, debbano essere per i poveri.

Quale che sia lo status, ogni giovane può soltanto avvantaggiarsi da un’educazione lontana dal potere statale, entro un quadro aperto alla competizione e all’innovazione

oggi, 31 Dicembre 2025, il debito pubblico italiano ammonta a il debito pubblico oggi
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