I sindacati creano solo più disagi

Andrea Giuricin, economista dei trasporti: "Il settore si stava riprendendo. Così alcune sigle screditano il Paese"

14 Luglio 2023

Libero

Argomenti / Politiche pubbliche

Uno sciopero del personale dei treni (e domani tocca a quello degli aerei) in piena estate. Disagi, pesantissimi, per gli utenti. Libero approfondisce le conseguenze con Andrea Giuricin, economista dei trasporti, docente all’Università Milano Bicocca, ricercatore dell’Istituto Bruno Leoni.

Professore, va bene che scioperare è un diritto costituzionale. Però proprio in questi giorni…
«Quello in corso è un periodo molto complesso, con un grande picco di domanda per i trasporti. Sicuramente, scioperare proprio adesso serve a massimizzare i disagi, e immagino che i sindacati abbiano anche questo obiettivo. Però dal punto di vista degli utenti, ecco, non è la cosa migliore che potesse capitare».

Si massimizza il disagio anche di altri lavoratori, pensiamo al comparto turistico.
«Assolutamente. Uno sciopero del genere va ad incidere in modo molto rilevante su un settore che ha sofferto moltissimo durante la pandemia e che nell’ultimo anno si stava finalmente riprendendo».

Uno sciopero così ha delle ricadute anche nei giorni successivi?
«Certo. Pensiamo a chi compra dei biglietti di andata e ritorno. Magari uno pensava di fare due, tre giorni di vacanza. Se il tuo treno oggi viene cancellato, non è detto che tu possa trovare un’alternativa domani o dopodomani. In questo periodo, infatti, ci sono dei “tassi di riempimento” elevatissimi. Ciò significa, di fatto, cancellare le vacanze di tantissime persone».

Poi c’è chi deve spostarsi per lavoro. E magari è arrivato dall’estero. Una mobilitazione del genere non scredita l’immagine dell’Italia?
«In altri Paesi, penso alla Francia e al Belgio, gli scioperi sono più impattanti rispetto a quanto accade da noi. Da questo punto di vista, l’Italia la collocherei in un livello intermedio. Detto questo, però, per chi arriva in Italia come “business traveller” lo sciopero crea molte difficoltà, perché molte volte o viene e riparte in giornata, o rimane un paio di giorni».

Se il sindacato è in crisi di rappresentanza, sono queste le iniziative che possono rilanciarlo?
«Non sono un grande esperto di sindacati, ma non credo sia questo il modo per attirare nuovi aderenti. Alcune sigle sindacali, peraltro, oggi hanno tra gli iscritti più pensionati che lavoratori. Continuo a pensare che in questi periodi, durante le vacanze, indire uno sciopero di questo tipo rischia anzi di generare un impatto negativo in termini di reputazione».

Di fronte ad una situazione come questa, il precetto non è dunque l’unico strumento per ridurre i danni?
«Probabilmente sì. A quanto pare le discussioni precedenti non sono andate a buon fine, e quindi evidentemente non ci sono altri mezzi».

da Libero, 14 luglio 2023

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