Ricossa smonta le baggianate sulla decrescita

Alberto Mingardi, invece, racconta lo stupore di un collettivista per il perfetto funzionamento, senza alcuna pianificazione, del sistema di ristorazione a New York

27 Aprile 2015

Il Giornale

Argomenti / Teoria e scienze sociali

L’Expo non è ancora partito, ma il suo primo danno culturale l’ha già fatto. Diciamo che si tratta di un inciampo, a volere essere indulgenti.

L’idea, semplifichiamo, è che il mercato di per sé sia cattivo e ingiusto. È necessaria qualche forma di intervento per renderlo più equo. E il cibo sarebbe un caso di scuola. Dobbiamo sfruttare di meno le nostre risorse, dobbiamo felicemente decrescere; ma al tempo stesso dobbiamo riscoprire la nostra biodiversità (il lardo di Colonnata e roba simile) e riportare le coltivazioni alle tecniche storiche (quelle che garantivano raccolti insufficienti e numerose carestie).

Ovviamente a decidere come e quando decresceremo, sarà un gruppo di illuminati (da Petrini a Farinetti) che di questa ideologia ha fatto un business. In questo filone si inserisce anche la nostra stampa «ecologista».

Leggi il resto su Il Giornale, 26 aprile 2015

oggi, 27 Luglio 2024, il debito pubblico italiano ammonta a il debito pubblico oggi
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