Italia, due Governi, una pandemia. Tra realtà e aspettative

È il momento di una riflessione critica e di un vero cambio di passo


19 Marzo 2021

Argomenti / Politiche pubbliche

Vitalba Azzollini

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La gestione della pandemia è il banco di prova cruciale per il governo Draghi. Il nuovo esecutivo ha marcato le distanze col passato attraverso una serie di nomine (dal commissario straordinario per l’emergenza covid al nuovo Comitato tecnico scientifico) che segnalano un bisogno di discontinuità. Ma come ha avviato il suo percorso, invece, sul piano delle regole?

Questo Focus segnala gli elementi di continuità fra le misure di contenimento prese dal governo Conte e quelle sinora adottate dall’esecutivo guidato da Mario Draghi. I dispositivi utilizzati dal nuovo esecutivo sono infatti in perfetta continuità con quelli usati dal precedente, e destano le medesime perplessità. Il problema è di assoluto rilievo perché l’eredità giuridica della gestione dell’emergenza rischia di condizionare a lungo le nostre vite: reputare che in un’emergenza la compressione di libertà porti sempre benefici è dannoso come un virus. È un’arbitrarietà che può legittimare qualunque restrizione di diritti. Ci sono danni derivanti dal virus così come danni derivanti dalle misure di contenimento del virus, se irragionevoli o eccessive. Il virus poi passa, ma il metodo resta, pronto all’uso per la prossima emergenza o, comunque, per qualunque evento definito come tale. Il fatto è che le persone progressivamente si abituano alle limitazioni della propria sfera di libertà individuale. Rendersi conto di ciò che sta avvenendo quando l’acqua comincia a bollire, come le famose rane, è sempre troppo tardi.

È dunque il momento di una riflessione critica e di un vero cambio di passo. Una delle scadenze che attendono il Governo Draghi è la scelta se prorogare ancora lo stato di emergenza relativo al rischio sanitario da Covid-19, originariamente proclamato con deliberazione del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, a seguito della dichiarazione di emergenza internazionale per il Coronavirus dell’Organizzazione mondiale della sanità (30 gennaio). Lo stato di emergenza, come detto, è già stato prorogato diverse volte. Ma restano molti dubbi circa i presupposti di tali proroghe.

Italia, due Governi, una pandemia. Tra realtà e aspettative

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Di proroga in proroga, l’Italia resta sempre in #statodiemergenza. Ci sono davvero davvero i presupposti per mantenerlo? L'analisi di Vitalba Azzollini @vitalbaa condividi con questo commento
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