Focus 71. Trasporti: i costi inutili di Ferrovie e Alitalia

La reazione alla crisi di Alitalia o delle Ferrovie è molto spesso nel segno del protezionismo e della paura. Nulla di più sbagliato: al contrario, è proprio dalla concorrenza che possono venire risposte per i consumatori e lo sviluppo del Paese.


Quando l’amministratore delegato del vettore italiano ha preso la scelta giusta di eliminare il doppio hub si è gridato alla morte di Malpensa. Pochissimi giorni dopo, la proposta di Ryanair di aprire 60 nuove rotte da Malpensa ha smentito la morte dello scalo. Si potrebbe stimare che queste 60 nuove tratte porteranno all’incirca 3 milioni di passeggeri l’anno supplementari che equivalgono, secondo calcoli dell’Airport Council International, a circa 9000 nuovi posti di lavoro, considerando anche l’indotto.

È importante considerare che ormai la quota dei passeggeri internazionali Alitalia nel 2006 è inferiore al 20 per cento, mentre quella di Ryanair supera il 15 per cento. Il secondo operatore low cost, Easyjet, ha una quota di mercato del 6,3 per cento. Gli altri vettori tradizionali raggiungono il 46,5 per cento del mercato contro poco più del 12 per cento degli altri operatori low cost.

La reazione alla crisi di Alitalia o delle Ferrovie molto spesso porta a misure dettate dal protezionismo e dalla paura. Nulla di più sbagliato. Al contrario, è proprio dalla concorrenza che possono venire risposte convincenti ed importanti: per i consumatori e lo sviluppo del Paese.

Focus 71. Trasporti: i costi inutili di Ferrovie e Alitalia

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