Focus 217. Salvare acqua e cavoli

Una possibilità potrebbe essere un partenariato pubblico-privato nel quale il pubblico mantiene la proprietà delle infrastrutture, mentre il privato le gestisce e si occupa di finanziare gli investimenti necessari


28 Dicembre 2012

Argomenti / Politiche pubbliche

Nicola Saporiti

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Il settore idrico italiano ha bisogno di investimenti per circa 65 miliardi di euro nei prossimi 30 anni. È possibile mobilitare risorse tanto ingenti senza tradire il voto del referendum del 2011?
La risposta potrebbe essere positiva, se si considerasse la possibilità di un modello di affermage, ovvero un partenariato pubblico-privato nel quale il pubblico mantenga la proprietà delle infrastrutture, mentre il privato le gestisca e si occupi di finanziare gli investimenti necessari.

L’applicazione di un modello di affermage a scala regionale, con asset pubblici, gestori privati ed un solo regolatore nazionale, potrebbe essere un passo strategicamente importante per riformare il settore dei servizi idrici, rendendo il servizio più efficiente e di maggior qualità, nel pieno rispetto dei risultati del referendum del 2011: senza gare per l’affidamento del servizio e senza remunerazione dei capitali investiti.

Focus 217. Salvare acqua e cavoli

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