Come tagliare la bolletta energetica. Cinque riforme nazionali e una europea


26 Novembre 2025

Argomenti / Ambiente e Energia

Carlo Stagnaro

Direttore Ricerche e Studi IBL

Luca Lo Schiavo

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Le imprese italiane pagano prezzi dell’energia elettrica sproporzionatamente alti: che fare?

Gran parte del gap di prezzo è dovuto a due componenti: il costo dell’energia elettrica all’ingrosso e il peso degli oneri generali di sistema. È principalmente su queste voci che occorre intervenire. A tal fine, questo paper propone cinque riforme che la politica potrebbe mettere in atto.

La prima proposta è di approfittare del calo strutturale degli oneri generali di sistema, previsto a partire dal 2030, assicurando per legge che non vengano introdotti nuovi meccanismi di supporto, nemmeno in modo surrettizio, in modo da osservare un rapido crollo degli oneri post-2030. La seconda proposta è di procedere alla graduale fiscalizzazione degli oneri generali di sistema, a partire da quelli che maggiormente contribuiscono a formare il divario a sfavore delle piccole medie imprese. La terza proposta è di destinare l’intero gettito delle aste Ets al finanziamento degli oneri (o, in subordine, il 50%, mantenendo la destinazione del rimanente 50% all’abbattimento del debito pubblico); allo stesso modo si potrebbe destinare al finanziamento degli oneri il gettito delle sanzioni oltre un livello definito (utilizzato come ora per il fondo per i progetti delle associazioni dei consumatori).

La quarta proposta è di facilitare l’installazione di impianti di generazione a bassi costi marginali, contestualmente promuovendo la concorrenza, l’integrità e la trasparenza dei mercati per contrastare condotte di manipolazione come quelle emerse nell’indagine conoscitiva dell’ARERA sui mercati all’ingrosso nel biennio 2023-24. La quinta proposta è di svolgere le gare per le grandi derivazioni idroelettriche e le reti di distribuzione, destinando tutto o parte del gettito dei canoni concessori al finanziamento degli oneri generali di sistema, o (per le gare di distribuzione) in subordine eliminare la norma che remunera come investimenti gli oneri di rimodulazione.

A queste proposte si aggiunge l’ipotesi di “escludere il settore elettrico dall’applicazione dell’Ets nei paesi che hanno completato il phase-out del carbone, oppure mantenere l’applicazione dell’Ets sugli impianti alimentati da combustibili fossili solidi ma non sugli impianti a gas”.

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