Il nuovo "laboratorio" IBL dedicato al mondo del lavoro
L’Istituto Bruno Leoni ha costituito un programma permanente di ricerca multidisciplinare dedicato al rinnovamento delle istituzioni che presidiano il mondo del lavoro.
Reinventing Work ha l’ambizione di aiutare i decisori a traguardare le radicali innovazioni dell’impianto regolatorio, delle politiche pubbliche e delle relazioni collettive sollecitate dai cambiamenti nei modi di produrre e di lavorare indotti dalle nuove tecnologie.
Le attività di Reinventing Work consistono nell’analisi e commento delle politiche pubbliche sui temi del lavoro. Reinventing Work organizza inoltre a cadenza annuale i Seminari di Langa sul lavoro, i cui atti verranno pubblicato in partnership con Studium e la rivista Nuova Professionalità dedicata ai problemi dell’istruzione e formazione tecnologico-professionale. Reinventing Work sarà inoltre un nuovo Podcast periodico dell’Istituto Bruno Leoni.
Reinventing Work si avvale di un consiglio di indirizzo presieduto da Maurizio Sacconi.
Il primo evento su invito organizzato da Reinventing Work, Diritti e responsabilità dei lavoratori al tempo della AI. Formazione integrale, partecipazione, retribuzione premiale, si terrà il 9 e 10 maggio presso il Castello di Grinzane Cavour, con la partecipazione del Min. Paolo Zangrillo e un intervento del Min. Giuseppe Valditara.
Il programma dell’evento è disponibile qui: PDF
Sarà possibile, per i membri della stampa, seguire gli interventi in diretta streaming scrivendo a info@brunoleoni.org
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ISTITUTO BRUNO LEONI-REINVENTING WORK
SEMINARI DI LANGA SUL LAVORO
CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR 9-10 MAGGIO 2025
DIRITTI E RESPONSABILITÀ DEI LAVORATORI AL TEMPO DELLA AI
Formazione integrale, partecipazione, retribuzione premiale
Il programma Reinventing Work dell’IBL assume quale base dei propri percorsi di approfondimento il libro-manifesto “Otre nuovo per vino nuovo” che contiene gli esiti di un lavoro collegiale sulla grande trasformazione del lavoro nel contesto della rivoluzione tecnologica.
Nei giorni immediatamente successivi a quelli in cui si svolgeranno i Seminari di Langa il Parlamento approverà in via definitiva il Disegno di Legge sulla Partecipazione dei lavoratori proposto dalla Cisl e saranno sottoposti a voto referendario alcuni quesiti rivolti alla abrogazione di discipline sui licenziamenti, sui contratti a termine, sugli appalti.
Emblematicamente, si confronteranno due modi opposti di considerare il valore delle persone nel lavoro. Quello tradizionale delle rigide tutele difensive affidate alla legge e quello innovativo dell’emancipazione dei lavoratori dalle prestazioni ripetitive e dalla estraneità ai processi di produzione.
Il salto tecnologico ha già cambiato i modi produrre e di lavorare ma i rapporti di lavoro appaiono ancora prigionieri degli schemi normativi, da leggi e da contratti, disegnati nel vecchio mondo. Se l’ingegner Taylor disegnava i lavoratori come “buoi” mansueti e usi a obbedire ciecamente a ordini gerarchicamente impartiti nelle produzioni in serie, nel tempo della intelligenza artificiale generativa ciascun lavoratore riacquista, potenzialmente, identità e responsabilità.
Come ogni legge, quella sulla partecipazione indica un bene da perseguire. Al di là degli specifici istituti che affida alla libera contrattazione aziendale, si apre la strada ad una vera e propria rivoluzione culturale del lavoro idealmente figlia delle intuizioni dei costituenti cattolici e, in epoca più recente, di Marco Biagi.
Le ragioni del capitale e del lavoro ora appaiono convergere verso obiettivi di produttività e di competitività attraverso il valore delle persone. E questo valore si realizza attraverso l’ascolto, il dialogo e la collaborazione in contesti aziendali che si definiscono come comunità di interessi e di valori. Se si è esaurito il tempo della omologazione dei lavoratori esecutivi, si deve ora evitare una nuova indifferenza ai destini dell’impresa determinata dalla fuga nella solitudine individualista.
La relazionalità è il primo contenuto della esperienza lavorativa che, dopo la solidarietà di classe, si può riproporre ora nei termini più evoluti della condivisione intelligente di obiettivi e di risultati. Il confronto con le macchine intelligenti sollecita in ciascuno conoscenze professionali e tecnologiche, contestuale apprendimento pratico, una formazione morale che sostenga il pensiero critico. I modelli organizzativi delle imprese e della intera società devono tuttavia diventare funzionali a incoraggiare e non inibire, come oggi accade, l’assunzione di responsabilità divergenti ove necessario dalla stessa “perfezione” degli algoritmi.
Con l’innalzamento dei livelli di iniziativa, creatività, relazionalità delle persone nel lavoro, dovrà cambiare il modo di remunerare il loro contributo ai risultati aziendali. In termini di premialità, di compenso delle scomodità, di attenzione ai bisogni e alle aspettative del lavoratore e del suo contesto affettivo. Il sinallagma contrattuale si allarga, si fa più denso e diventa emozionale. La cura delle persone nelle comunità d’impresa diventa molto più impegnativa. Si è da tempo esaurita la mera funzione di contenimento delle pressioni collettive.
I seminari di Grinzane daranno l’opportunità di approfondire tutti gli aspetti di questo cambiamento radicale dei paradigmi del lavoro che potrebbe superare anche il dualismo tra medio-grandi e piccole imprese per ricomporre quella nazione brulicante di vitalità che abbiamo avuto tra il 1947 e il 1964. Il libro di Nicola Rossi, frutto di una ricerca scientifica, ci dirà che il motore principale fu la libertà.
Noi aggiungiamo in un contesto di rispetto dei principi della tradizione. Ben più degli incentivi e degli investimenti pubblici. Ora nulla si può riproporre nei termini di allora. Ma il ricordo è utile a sapere che il contrario di quella libertà sostenuta da buoni valori spiega il declino demografico, economico, civile.
Dalla rivitalizzazione del lavoro può partire il superamento del “moderno” nichilismo e del rattrappimento iniziato nel 1993.
250505-RW-Langa-Programma