La produzione oltre la politica dei sussidi


Non basta stanziare fondi e gongolare per averli spesi tutti per creare un settore produttivo


23 Agosto 2024

Corriere Economia

Alberto Mingardi

Direttore Generale

Argomenti / Politiche pubbliche

Molti pensano che gli unici limiti alla politica industriale siano risorse e tempestività. Bravi gli americani, che a due anni dal Chips Act l’hanno già impiegato tutto o quasi, che tragedia il nostro Pnrr a singhiozzo. Ma non è tutt’oro quel che luccica, neanche negli Usa.

Per ora gli investimenti si sono concentrati nella costruzione di nuovi stabilimenti. Le importazioni americane di apparecchiature per la produzione di semiconduttori non sono invece cresciute granché. Si tratta di macchinari costosissimi (il maggior fornitore mondiale è olandese, Asml) e che a loro volta non si realizzano in pochi mesi. Mancano circa 160 mila fra ingegneri e tecnici qualificati. Per formarli, non basta una legge. E il problema non riguarda solo le competenze: i taiwanesi di Tsmc, in Arizona, si stanno scontrando con un approccio al lavoro (regolamenti, aspettative dei dipendenti) diverso da quello a cui sono usi. Dovranno adattarsi, e pure questo richiede tempo. Non è detto che i sussidi bastino a compensare gli oneri più alti dati dal produrre negli Usa. Il titolo Intel ha avuto un andamento poco brillante. In compenso l’amministrazione l’ha più volte incoronata campione nazionale. Al sussidio oggi si somma la promessa di un sussidio domani. Uno «stimolo» per molte cose, ma non per l’efficienza.

La lezione è che nemmeno lo Stato fa muovere più veloci le lancette dell’orologio. La produzione non è un motore che si accende a comando. Realizzare un manufatto, tanto più se tecnologicamente complesso, pone una serie di problemi, che coinvolgono intere filiere e non sempre vengono previsti dai manager, e men che meno da politici o osservatori. Affinché possano emergere nuove soluzioni, è utile che le imprese coinvolte possano avere quanti più interlocutori o fornitori diversi. Il Chips Act, però, nasce proprio per impedire loro di approvvigionarsi in Cina. Solo nel corso degli anni ne vedremo gli effetti su innovazione e prezzi. Dire che si tratta di un successo solo perché le risorse sono state allocate rivela l’allucinazione che unisce Europa e America. Credere che lo scopo della spesa pubblica sia la spesa pubblica stessa.

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