PordenonePensa e fa pensare un po' anche noi

Da poco terminato il festival che ha ospitato, tra gli altri, Alberto Mingardi

10 Giugno 2019

Il Giornale

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Il pensiero non passa solo per i libri. Ovviamente. E oggi questa nostra piccola rubrica liberale la vogliamo dedicare a uno di quei luoghi del pensiero che hanno tutto il Dna dei nostri tanto amati amici liberali. Stiamo parlando di «PordenonePensa», una manifestazione straordinaria organizzata da un manipolo di ragazze che da 10 anni si sono messe in mente di fare una sorta di controinformazione in una favolosa città friulana. Si respira un’aria diversa rispetto a quel conformismo culturale e ideologico che manifestazioni di piazza hanno avuto nella modesta storia di cultura diffusa di questo Paese.

Il «Festival del confronto» che è da poco terminato ha coinvolto una pattuglia di scrittori e pensatori che in genere non godono di grandissima considerazione mainstream. Ad aprire è stato Marcello Veneziani con una discussione sulla nostalgia del futuro. Il giorno dopo c’è stato spazio per il direttore dell’Istituto «Bruno Leoni» Alberto Mingardi che con Salvatore Rossi ha affrontato i temi dell’economia in Italia e in Europa. Tanto per ricordarlo agli amici di questa rubrichetta stiamo parlando dello stesso Alberto Mingardi che abbiamo più volte recensito per i suoi libri liberisti e libertari. La manifestazione è basata – come dice il nome – sul confronto e dunque Filippo Giorgi sui cambiamenti climatici la pensa decisamente in modo mainstream. Ma il bello di «PordenonePensa» è proprio questo, che non ha pregiudizi né da una parte né dall’altra. Giordano Bruno Guerri ha raccontato la straordinaria impresa di D’Annunzio e poi sarebbe dovuto essere il giorno di Gennaro Sangiuliano. Luca Telese ha intrattenuto la piazza, come sempre numerosa, intervistando il mitico Carlo Nordio: uno dei pochi magistrati liberali garantisti che ci sono in circolazione. Bellissimo incontro con Massimo Polidoro dedicato ai 500 anni di Leonardo da Vinci.

Quello che voglio dire è che la cultura liberale, che ha una sua nicchia importante in una serie di editori che ormai conoscete bene e che vanno da Liberilibri a Rubbettino passando per le edizioni Ibl libri, ebbene quella stessa cultura deve aprirsi al confronto di piazza, reale o virtuale. È stato confortante vedere quanti giovani, e con quanta attenzione, il pubblico attendesse gli ospiti. Per troppo tempo i liberali hanno ritenuto talmente buone le loro idee, da ritenere che non ci fosse bisogno di difenderle e diffonderle.

Si tratta dunque di una di quelle iniziative, come sempre basate sull’intraprendenza di un piccolo gruppo di persone illuminate, che se messa a sistema potrebbero creare una vera rete di cultura liberale. Il cartellone, per la verità, soprattutto se guardato negli anni, non è semplicemente liberale, talvolta è conservatore, qualche volta (come oggi si dice) sovranista, ma è sempre comunque fuori dal coro. Complimenti all’associazione Eureka, che con caparbietà difende la sua creatura, e porta in piazza un bel confronto di idee.

Da Il Giornale, 9 giugno 2019

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