La paura (non) fa Meloni

Tre tentazioni per la politica economica della destra

4 Ottobre 2022

Il Foglio

Carlo Stagnaro

Direttore Ricerche e Studi

Argomenti / Politiche pubbliche

Con quale piglio Giorgia Meloni si affaccerà dal balcone di Palazzo Chigi? Con quello arrabbiato e rivoluzionario a cui ci ha abituati negli ultimi anni? Oppure con l’espressione moderata e rassicurante mostrata in campagna elettorale? Nel 2018, la Lega e i Cinque stelle presero il potere agitando promesse incendiarie e ne finirono bruciati. Oggi, Meloni si trova in una situazione per molti versi analoga: il mondo la guarda con sospetto, temendo una fiammata sovranista. Di questo, la leader di Fratelli d’Italia sembra pienamente consapevole, tant’è che ha dedicato la campagna elettorale proprio al tentativo di spiegare che no, non bisogna avere paura. Sono principalmente tre le tentazioni a cui la politica economica della destra dovrà rispondere e resistere.

La prima è quella dell’unilateralismo: la crisi energetica richiede interventi coordinati a livello europeo. Fughe in avanti dei singoli paesi – per esempio riforme più o meno pasticciate del funzionamento dei mercati elettrico e gas – possono offrire un illusorio sollievo nell’immediato, ma inevitabilmente si portano dietro costi e danni nel lungo termine. Un importante banco di prova, allora, sarà la capacità di dialogare coi partner europei e collaborare alla ricerca di soluzioni comuni.

La seconda tentazione sta nell’interventismo economico: Meloni troverà a Palazzo Chigi un arsenale potentissimo, a partire dal golden power, che può rappresentare un forte deterrente agli investimenti nell’economia italiana. Questi strumenti nascono da una serie di interventi bipartisan, dal 2017 in poi, che non di rado hanno prodotto abusi e mostrato il volto più arbitrario e capriccioso dello Stato: ci saranno cambiamenti sotto questo profilo? Meloni avrà la forza di reintrodurre almeno alcuni tra i vincoli che sono stati irresponsabilmente rimossi (per esempio limitare i poteri speciali alle operazioni che coinvolgono soggetti extraeuropei)?

Infine, c’è la legge di Bilancio. Nelle ultime settimane la premier in pectore ha molto insistito sull’impossibilità di ulteriori scostamenti di bilancio, per evitare di far lievitare un debito già ingovernabile. E’ il momento di mantenere la promessa, anche eliminando o rimodulando alcuni dei bonus energetici del governo Draghi e, in parallelo, rivedendo la demenziale tassa sugli extraprofitti energetici (come anticipato da Maurizio Leo sul Corriere della Sera). I primi passi di Giorgia Meloni daranno l’intonazione alla sua politica economica: i mercati reagiranno di conseguenza.

da Il Foglio, 4 ottobre 2022

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