Per le Pmi energivore sostenibilità a rischio

Per Stagnaro è evidente che i prezzi dell'energia così alti daranno, e stanno già dando, un colpo alla competitività delle imprese

26 Novembre 2021

Il Sole 24 Ore

Argomenti / Economia e Mercato

Le micro, piccole e medie imprese energivore rischiano conti in perdita per colpa del caro energia. È quanto ha affermato, senza mezzi termini, il presidente della Piccola industria e vicepresidente di Confindustria nazionale, Carlo Robiglio. L’occasione per lanciare l’allarme e chiedere un intervento del Governo, in termini di politiche che favoriscano il recupero dei costi energetici, è stato il convegno dal titolo “Caro energia. L’aumento dei prezzi può frenare la ripresa post pandemia?”, organizzato dalla Piccola di Confindustria Genova.

«C’è una viva preoccupazione – ha detto Robiglio – per il comparto delle micro, piccole e medie imprese italiane, perché è chiaro che un aumento dei costi energetici ha immediate ripercussioni sulla sostenibilità del loro conto economico. Imprenditori con aziende energivore, a fronte dell’aumento del costo dell’energia che si sta manifestando, rischiano di avere degli Ebit negativi, cioè di non avere più marginalità e chiudere in perdita; mentre, con il precedente livello di costi, riuscivano a ottenere margini che consentivano loro di reinvestire in sviluppo».

Anche la grande impresa, ovviamente, soffre per i rincari ma «è evidente – ha sottolineato Robiglio – che è più forte, ha le spalle più robuste. La piccola, invece, fa anche più fatica a scaricare a valle gli aumenti. Perché sovente opera all’interno di una filiera che non può, a sua volta, scaricare quegli aumenti sul mercato, pena la perdita di competitività». Insomma, ha concluso, «chiediamo al Governo grande attenzione e supporto, con politiche di sostenibilità che aiutino le imprese. Bisogna anche seguire una logica di sviluppo di fonti alternative, con l’intento di trovare modalità per efficientare i processi, in termini di minori costi energetici. Nell’immediato, comunque, c’è bisogno che il Governo sostenga, nei confronti delle imprese, politiche di recupero di quei costi».

Anche Carlo Stagnaro, direttore ricerche dell’Istituto Bruno Leoni, ha sottolineato come sia «evidente che prezzi dell’energia così alti daranno, e stanno già dando, un colpo alla competitività delle imprese, in termini di costi di produzione». Stagnaro ha ricostruito le cause degli aumenti: “il rincaro dei prezzi del gas è dovuto al fatto che la domanda è aumentata mentre veniamo da un lungo periodo di scarsi investimenti nella ricerca di nuove risorse; poi c’è stata una serie di disservizi, più o meno transitori, nelle importazioni di gas dalla Russia; e ancora, negli ultimi mesi, la scarsità di vento nel Mare del Nord, che ha ridotto la produzione di energia eolica. Insomma, c’è un aumento della domanda e, per varie ragioni, un’inadeguatezza dell’offerta. Inoltre gli effetti del caro gas sono amplificati, sul mercato elettrico, dal meccanismo con cui si formano i prezzi dell’energia elettrica, che sostanzialmente riflettono, in ciascuna ora del giorno il costo di generazione dell’impianto più costoso utilizzato in quel momento».

da Il Sole 24 Ore, 26 novembre 2021

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