Il peso delle prime scelte e il modello Thatcher del bilancio familiare

Al di là del contenuto delle varie misure, la manovra di bilancio si caratterizza per la sua prudenza

23 Novembre 2022

Il Mattino

Serena Sileoni

Argomenti / Politiche pubbliche

Con un margine finanziario ridotto, molte proposte elettorali si sono sgonfiate nel disegno di legge di bilancio, per quello che almeno si conosce dell’esito del Consiglio dei ministri e dalla conferenza stampa del presidente Meloni. In alcuni casi, gli interventi annunciati entrano nel solco di iniziative già assunte dal governo Draghi. Ad esempio, la legge Fornero resta lì dov’era, viene solo modificato il meccanismo di uscita in deroga da quota 102 in scadenza quest’anno (64 anni d’età e 38 di contributi) in quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi). Una modifica che dovrebbe toccare poco meno di 50.000 lavoratori per un valore di 800 milioni.

Il reddito di cittadinanza è per ora mantenuto e la riduzione delle mensilità erogate da 12 a 8 mesi si scontra con la difficoltà di offrire un primo impiego, la stessa difficoltà su cui si è imbattuto il governo precedente nell’effetto pratico della riduzione da due a tre delle offerte di lavoro. Anche la rimodulazione del superbonus, già approvata con il decreto energia del 10 novembre, si inserisce nel solco di un décalage ereditato che farebbe scendere la percentuale di detrazione al 65% nel 2025. L’aumento del congedo parentale di un mese in più all’80% anticipa i possibili contenuti attuativi della delega del Family Act, in scadenza nella primavera 2024, mentre l’incremento dell’assegno familiare è, appunto, un correttivo in aumento di una misura già esistente. Soprattutto, la maggior parte delle risorse (21 su 35 miliardi) viene assorbita dai sostegni per affrontare il caro energia che, pur ritoccati ai margini, rappresentano una prosecuzione di quanto già fatto.

In altri casi, le scelte assunte sono significative dal punto di vista qualitativo, ma meno da quello quantitativo: quella che impropriamente viene chiamata fiat tax non è altro che l’aumento di 20mila euro del tetto massimo per un’imposta sostitutiva già esistente a favore dei lavoratori autonomi, per un peso finanziario di meno di un miliardo: il condono fiscale si riduce alla cancellazione delle cartelle fino a 1000 euro; le pensioni minime non salgono a 1000 euro, ma aumentano di qualche decina di euro rispetto all’aumento già calcolato con l’indicizzazione.

Buona parte dei commentatori ritiene che la somma di queste iniziative modeste per peso finanziario e originalità non faccia il totale di una manovra politicamente significativa. E che anzi il poco che c’è in tutte le partite aperte equivalga a un timido contentino per ognuna delle richieste pervenute dagli alleati di governo. Un giudizio severo, per un governo fresco di elezioni. In realtà, qualche filo conduttore si può ricavare anche in questa lunga serie di aggiustamenti, ma, al dì là di questo, c’è un’altra domanda che merita forse un supplemento di riflessione: se l’impronta politica fosse non tanto nel peso delle scelte a valle, quanto nella decisione di prudenza a monte?

Durante la conferenza stampa, Giorgia Meloni ha accostato l’approccio del suo governo a quello che si ha nella gestione di un bilancio familiare. Si può essere d’accordo o meno con il considerare il bilancio dello Stato assimilabile a quello di una famiglia. Anzi. per la maggior parte dell’opinione pubblica e di chi la orienta questo è un approccio sbagliato, perché non fa i conti con le finalità diverse che lo Stato si è assunto, rispetto a quelle che ha un padre di famiglia. Corretta o sbagliata che la si ritenga, quella idea può significare una precisa visione del perimetro di azione di un governo.

In una intervista per il suo quarto anno da primo ministro, fu Margaret Thatcher ad accostare il bilancio pubblico a quello familiare e aziendale e a dire che non avrebbe dovuto ritenersi bizzarro costruire il primo come si costruiscono i secondi. Una dichiarazione politica non originale, ma ispirata alle idee che alla Thatcher giungevano da specifici “serbatoi di pensiero”, in particolare dall’Institute of Economic Affairs. Una dichiarazione, soprattutto, che manifestava un netta visione del ruolo del governo e del rapporto tra Stato e cittadini, che ha segnato in maniera significativa le sorti dell’Inghilterra. Se, dunque. si può pensare che la somma delle singole decisioni di bilancio mostri una scarsa incisività del programma di governo, è nel totale dell’approccio – laddove confermato – che potrà essere messo alla prova il peso politico del governo Meloni.

da Il Mattino, 23 novembre 2022

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