14 Luglio 2025
Il Giornale
Carlo Lottieri
Direttore del dipartimento di Teoria politica
Argomenti / Teoria e scienze sociali
Il fumo fa male: senza dubbio. A loro volta, in certe circostanze, le grandi imprese possono usare le risorse di cui dispongono per controllare il sistema politico e ottenere trattamenti privilegiati. C’è però da chiedersi se abbia senso usare tutto ciò in maniera pretestuosa per introdurre imposte (che, tra l’altro, in Italia porterebbero un pacchetto di sigarette sopra i 6 euro) e, soprattutto, per sbilanciare ulteriormente gli equilibri istituzionali continentali.
Dinanzi a una Commissione europea che immagina altre tasse sui tabacchi e sulle aziende che superano i 50 milioni di fatturato si deve allora essere preoccupati. Le nostre economie già adesso soffrono a causa di un prelievo fiscale altissimo e non torneremo a essere competitivi se invece che invertire la
rotta si userà questa o quella scusa ideologica dal salutismo all’invidia sociale – per dilatare il peso degli apparati pubblici.
È inoltre pericoloso che a Bruxelles ci si voglia affrancare dalla dipendenza dai contributi degli Stati membri. È chiaro che gli eurocrati non vogliono assolutamente un ordine confederale e basato sulla sussidiarietà, tale da lasciare la maggior parte delle competenze vicine ai cittadini, ma invece ambiscano a costruire un centro di potere lontano, affidati a «esperti» e quasi senza controllo, che non risponda di quanto fa non soltanto ai singoli cittadini, ma neppure agli Stati.
Se simili proposte dovessero passare (e il timore è che Ursula von der Leyen abbia in mano strumenti persuasivi e dissuasivi assai efficaci, dato che pochi Paesi sono disposti a essere marginalizzati, com’è successo all’Ungheria), il Super-Stato in costruzione avrà un canale di autofinanziamento sempre più
autonomo. E come attesta la vicenda dello Stato moderno, quale si venne a definire cinque secoli fa, disporre di una forma semplice e diretta di estrazione della ricchezza è un passo fondamentale nella realizzazione di un forte apparato di potere.
Già oggi abbiamo una Ue che sta perdendo credibilità, apparendo sempre meno legittima e al nostro servizio. E sappiamo bene come la spesa pubblica di Bruxelles faccia danni in molte direzione: come attesta la quasi completa distruzione del settore agricolo causata da sovvenzioni, quote, direttive e via dicendo. C’è allora da sperare che alcuni tra i 27 partner sappiano bocciare questo progetto, difendendo una visione più liberale e competitiva dell’Europa.