Negozi e aperture, meglio le regole o la libertà?

La liberalizzazione degli orari non è l'imposizione ad essere sempre aperti, ma l'eliminazione dell'obbligo di essere chiusi in certi giorni, spiega Serena Sileoni

1 Ottobre 2014

YahooFinanza

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Liberalizzare in Italia è difficile, ma almeno sul fronte del commercio, dopo un lungo iter, la meta sembrava raggiunta: qualche progresso si era visto, sul finire degli anni ’90, con il pacchetto Bersani di riforma della disciplina delle attività commerciali, che pure però lasciava margini di azione ad attori come le Regioni e i Comuni. Da due anni invece gli esercenti possono decidere liberamente quando e come aprire, grazie un decreto legge del governo Monti.

Promuovere la concorrenza e favorire la libertà di iniziativa economica, un diritto costituzionale, dovrebbe essere lo scopo della liberalizzazione.Tuttavia, all’esame della Camera vi è attualmente un progetto di legge che vuole ristabilire 12 giorni di chiusura obbligata per i negozi, in occasione dei festivi. Una proposta che, oltre a stilare un calendario di chiusure obbligate, ritira in ballo in materia di orari Regioni e Comuni, riattribuendo agli stessi poteri decisionali in merito. Sebbene ci siano pronunce della Corte Costituzionale e dell’Antitrust contrarie alla restrizione della libertà degli operatori economici in materia di giornate di apertura e chiusura, il fronte dei contrari alla liberalizzazione totale è ampio, e varie sono le motivazioni: si va dal bisogno di tutelare il diritto al riposo dei lavoratori al discorso culturale, secondo cui ogni tanto bisogna stare a casa a santificare le feste e non nei centri commerciali.

C’è poi il confronto tra grandi e piccoli, ovvero la difficoltà per gli esercizi di vicinato di reggere il passo con i grandi mall, che possono contare su più dipendenti e su più clienti, in teoria. Yahoo!Finanza approfondisce il tema con Serena Sileoni, vice-direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, autrice del briefing paper “Gli orari di apertura dei negozi. Una regola che vale un principio”. Come argomenta l’autrice, “la liberalizzazione degli orari non è, come i suoi detrattori sostengono, l’imposizione ad essere sempre aperti, ma l’eliminazione dell’obbligo di essere in certi giorni o a certi orari chiusi”.

Leggi il resto su YahooFinanza.com, 30 settembre 2014

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