Italia soffocata dalle regole, ora tagliare e semplificare

Bisogna avere il coraggio di ridiscutere l'architettura delle disposizioni sul virus. Intervista ad Alberto Mingardi

25 Gennaio 2022

QN-Quotidiano Nazionale

Argomenti / Diritto e Regolamentazione

«Le regole devono essere poche, semplici e note perché servono per organizzare i nostri piani di vita. E non possono cambiare ogni 15 giorni». Alberto Mingardi, direttore dell’Istituto Bruno Leoni, è una voce fuori dal coro nell’Italia bizantina delle mille norme.

La prima regola per semplificare è smettere di complicare, insegna l’Istituto Leoni. Ma nella lotta al Covid l’Italia ha fatto il contrario.
«Ci sono disposizioni emesse con obiettivi legati a un contesto che si è modificato ma che restano in vigore, scritte in maniera dettagliata ma poi da interpretare e studiare. Il governo annuncia, dopo qualche giorno esce il decreto, poi servono le faq assunte a fonte di diritto… Tra l’altro nella consapevolezza che l’applicazione spesso è impossibile».

Bisogna semplificare subito?
«Bisogna tagliare e basta. Alcune disposizioni sono legate a momenti diversi di questa pandemia e non hanno più senso con la variante Omicron».

Perché non tengono conto dell’evoluzione del virus?
«Inizialmente l’obiettivo era ridurre la curva dei contagi per salvaguardare il servizio sanitario nazionale. Oggi si raggiunge tenendo conto di terapie intensive e ricoveri. Bisogna avere il coraggio di rimettere in discussione l’intera architettura delle disposizioni».

In altri Paesi si fa. Perché in Italia no?
«Il problema dell’Italia sta nella visione drammatizzata della pandemia. E poi c’è l’abitudine di voler dire alle persone come si devono comportare. La politica pensa di rispondere a questo istinto».

Ma l’Europa va in senso opposto.
«Guardiamo Boris Johnson. Quando è arrivato Omicron ha ristretto ulteriormente i divieti, poi quando il quadro epidemiologico è stato più chiaro, ha tolto una serie di restrizioni».

Noi invece sommiamo le norme…
«Nel caso del Covid accade perché non vengono legate all’andamento della pandemia. C’è una stratificazione di disposizioni. Il 23 dicembre c’è stata una revisione delle norme, un’altra il 5 gennaio e poi venerdì scorso il nuovo Dpcm. Hanno cambiato tre volte le disposizioni in assenza di evidenze scientifiche. Il resto del mondo ha un approccio diverso».

Beh, ora abbiamo persino tre tipi di Green pass. È utile?
«L’obiettivo era di promuovere le vaccinazioni. Figliuolo lo sta facendo benissimo. Oggi l’estensione del Green pass sembra fatta apposta per dare ragione a chi lo critica. Diventa solo uno strumento di controllo sociale, addirittura iniquo, perché ha cambiato il proprio fine. Ed è assurdo che duri più a lungo dello stato di emergenza».

dal QN – Quotidiano Nazionale, 25 gennaio 2022

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