Ma i soldi sconfinano

Obiezioni alle trovate italiane per il contenimento dell'evasione fiscale

13 Gennaio 2014

QN

Alberto Mingardi

Direttore Generale

Argomenti / Teoria e scienze sociali

L’Italia affoga nei guai, ma siccome siamo un Paese di creativi abbondano le soluzioni semplici e brillanti. La più popolare è la patrimoniale: siccome lo Stato è indebitato, e invece le famiglie italiane sono (state) formichine risparmiose, basta levare a queste ultime i loro risparmi per pagare i debiti dello Stato. Credo fosse più o meno il pensiero del principe Giovanni, la cui primitiva Agenzia delle entrate era capeggiata dallo sceriffo di Nottingham. La seconda soluzione universale ai problemi dell’Italia è l’abolizione del contante. Il ragionamento fila: in Italia c’è molta evasione, ma non si può evadere se si paga con carta di credito ed assegno, dal momento che queste forme di pagamento sono facilmente tracciabili. Quindi per evadere serve il contante. Abolire il contante equivale dunque ad abolire l’evasione. Corollario: siccome la più parte dell’evasione è legata a traffici illeciti, abolendo il contante daremmo anche una mazzata non da poco alla malavita.

La prima obiezione è di tipo pratico. Il bello dell’euro è che è spendibile in una rosticceria di Milano come in un negozio di elettrodomestici di Lione. Levando di mezzo le banconote, immaginiamo davvero che quando un cliente entra da un gioielliere quello gli dica che può pagare in contanti se è spagnolo o belga, e se invece è italiano solo con carta di credito? Già oggi le soglie sono differenziate: un negoziante può accettare banconote fino a 15mila euro, da un cliente straniero. Dovrà fotocopiargli il passaporto, pronto ad esibirne la copia in caso di controllo, anche per acquisti inferiori ai 1000 euro? E come la mettiamo con gli italiani che pagano cash in Germania o in Austria, dove è legittimo farlo?

Ripristiniamo le frontiere, per frugar loro nelle tasche prima che passino il confine? E pur vero che le questioni di pubblica sicurezza sono appannagjio dei singoli Stati, ma non si indebolisce il ruolo dell’euro come valuta comune? La seconda obiezione è di tipo più astratto. E giusto far governare una collettività da norme scritte presumendo che tutti delinquano? Ci sta bene che lo Stato ci consideri tutti criminali fino a prova contraria? I diritti delle persone perbene (magari in là con gli anni, magari irrimediabilmente affezionate alla moneta di carta) sono sempre sacrificabili, pur di aumentare il bottino fiscale?

Da QN, 11 gennaio 2014
Twitter: @amingardi

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