Lo scandalo a Napoli

Che ipocrita la politica in fuga dalle formiche della malasanità

15 Giugno 2017

Il Giornale

Carlo Lottieri

Direttore del dipartimento di Teoria politica

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Ha infastidito tutti, e in effetti non si può rimanere indifferenti di fronte all’immagine di quella donna ricoverata in un ospedale a Napoli e coperta da innumerevoli formiche. La fotografia-denuncia fatta circolare da un consigliere regionale dei Verdi ci dice in che condizioni si trovano molti concittadini, costretti ad avere bisogno delle cure ospedaliere. Sembra però che la classe politica campana, in particolare, e italiana, più in generale, non si senta chiamata in causa: come la sanità fosse una realtà di mercato, su cui nulla contano le scelte di questa o quell’amministrazione. Nelle relazioni tra privati, il fornitore deve rispondere della qualità del servizio. Anche in quei casi ci possono essere problemi, ma risulta più difficile sfuggire alle proprie responsabilità.

Quando invece si entra nell’universo statale e parastatale, tutto cambia. Il rischio è che, alla fine, anche questa ultima vergogna napoletana servirà per mettere alla gogna gli ultimi anelli della catena: ospedalieri (medici, infermieri, ecc.) che probabilmente non hanno colpe, ma che alla fine pagheranno per tutti. Se la sanità deve essere pubblica, sociale e collettiva, allora bisogna che dopo ogni vergogna di questo tipo si sappia chi ha deciso gli investimenti, le proprietà, le carriere e via dicendo. Perché quando ad esempio si salvano piccoli e costosi ospedali per ragioni clientelari o si moltiplicano assunzioni inutili, poi non ci si può stupire dinanzi agli episodi di malasanità. È anche chiaro che qui abbiamo a che fare con due fallimenti: entrambi macroscopici. In primo luogo, è evidente che una parte significativa della sanità statizzata non dà risposte adeguate. Non è mai facile far funzionare bene un apparato pubblico, ma certo si può fare di meglio. Poiché una parte molto ampia della nostra spesa pubblica è proprio per la sanità e poiché il settore è dominato da uomini e carriere legate alle varie leadership di partito, oggi gli uomini politici non possono assolversi tanto facilmente.

Oltre a ciò, se pur conoscendo la proverbiale inefficienza del parastato italiano non abbiamo una sanità concorrenziale, libera e basata su sistemi assicurativi, questo si deve a scelte politiche ben precise. In queste ore tutti nascondono la testa sotto la sabbia, ma domani saranno pronti a difendere questa vergogna di sanità pubblica allo sbando. Fino al prossimo episodio di malasanità.

Da Il Giornale, 14 giugno 2017

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