La libertà e la voglia di benessere hanno radici antiche

Leggendo il libro di Mingardi si capisce che a far temere il capitalismo è la sua natura di meccanismo senza un solo protagonista

23 Maggio 2023

La Ragione

Argomenti / Teoria e scienze sociali

La cosa curiosa è che sarebbe logico dover ricordare ai più, di tanto in tanto, che il capitalismo ha anche dei difetti, che non gli si possono lasciare le briglie sciolte sul collo, che delle regole e limitazioni sono utili a evitare che la forza di pochi o di uno finisca con il cancellare il mercato e il capitalismo, e che si debba ricordarlo perché tantissimi, per non dire quasi tutti, sono felicissimi del capitalismo e praticamente lo adorano, visto che grazie a questo sistema hanno aumentato la propria ricchezza, la propria salute e allungato la propria vita. E invece no. 

Tocca, di tanto in tanto, ricordare che il capitalismo ha anche dei pregi, visto che i beneficiati dal medesimo sembrano detestarlo. Ragion per cui sono preziose queste pagine. Non è ragionevolmente possibile che a rendere detestato il capitalismo (ma più a chiacchiere che nella realtà) sia la differenza temporale tra l’accumulazione del capitale e il suo reinvestimento, capace di aumentare la ricchezza di tutti. Perché fosse solo questo basterebbe aumentare la concorrenza, quindi il mercato, per rendere tutto più fluido e veloce. Basterebbe aumentare l’imposizione sui beni trasmessi da persona a persone, non reinvestiti in società, per diminuire la ricca rendita dovuta al solo merito d’essersi (non) scelto buoni genitori o nonni. 

Leggendo Mingardi, seguendolo nella ricostruzione storica e nella costruzione logica, si capisce che a far temere il capitalismo è proprio la sua natura di meccanismo senza un solo protagonista o regolatore, il suo essere commedia in cui ciascuno può essere protagonista, la sua impossibilità d’esistere senza la libertà. E la libertà comporta responsabilità. Questo è l’ostacolo, la responsabilità insita nella libertà. E, si badi, non è la ricchezza del capitalismo a propiziare la libertà: è la potenza della libertà a far correre la ricchezza.

Il capitalismo ha scompensi, vantaggi e svantaggi, ma anche l’ineguagliata capacità di far crescere la ricchezza di tutti. Cosa che gli è riuscita anche a livello planetario, con quella che si è chiamata “globalizzazione”. E, in virtù dello stesso fenomeno, quanti si dolevano per la fame nel mondo sono stati poi dolenti per quel che ha sfamato moltitudini, talché a ogni crisi e a ogni intoppo non fanno che dire: la globalizzazione è finita. Ma no, la libertà e la voglia di benessere hanno radici antiche. In questo libro ne trovate la natura. 

Alberto Mingardi, Capitalismo, il Mulino, 2023

da La Ragione, 23 maggio 2023

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