Lasch e la ribellione delle élite di massa

Lasch indaga la ribellione delle élite e la crisi della democrazia segnata dalla perdita del limite e del radicamento umano

28 Ottobre 2025

La Ragione

Giancristiano Desiderio

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Perché — si chiede Carlo Marsonet all’inizio del suo saggio — scrivere un libro su Christopher Lasch? Già, perché? È bene rispondere subito con nettezza, magari provocando lo stupore dello stesso Marsonet: perché l’uomo-massa è andato al governo e al potere, portando con sé inevitabilmente un elemento di disturbo per la democrazia che senza autogoverno diventa paternalismo. L’opera di Lasch uscita postuma, “La ribellione delle élite”, non va infatti intesa come il capovolgimento della famosa opera di Ortega, “La ribellione delle masse”, semmai come il suo completamento o la sua continuazione. Il problema per eccellenza che si agita nel pensiero dello storico e critico del Nebraska è come conservare la facoltà di giudizio e la capacità dell’uomo di governare la propria esistenza individuale e sociale. Allora, ricominciamo daccapo.

Carlo Marsonet, giovane e valente studioso, ha pubblicato per la IBL Libri la monografia “Christopher Lasch“. Un volumetto che si legge con piacere e con profitto per orientarsi nell’opera dell’autore de “La cultura del narcisismo” che — per la varietà dei temi e ancor di più per la non piccola quantità di equivoci interpretativi — è stato visto come un pensatore “inclassificabile”. Grazie alla chiarezza concettuale con cui espone il pensiero di Lasch, Marsonet giunge invece a definirlo un “conservatore anticapitalista” (anche se chi scrive la recensione preferisce la definizione di “liberale realista”, dove l’aggettivo in fondo è già compreso nel sostantivo). Ma non ne facciamo una questione di definizioni. Perché nel pensatore statunitense si mettono a fuoco concetti e realtà come la famiglia, la democrazia, il governo, il mercato, la libertà che son tutti temi che ci riguardano da vicino, molto vicino.

Il bisogno più vivo di Lasch è quello di radicare i concetti nella condizione umana per farli diventare un modo di lavorare l’umano salvaguardandolo dal perfezionismo, dall’atomismo, dallo sradicamento. È curiosa questa cosa: Lasch è visto come un autore critico del liberalismo mentre tutto il suo lavoro è incentrato proprio sul concetto di limite, senza il quale non si può parlare di liberalismo. A proposito de “La cultura del narcisismo”, vi è un passo di Marsonet (a pagina 11) che è illuminante: «Una cultura che non è in grado di far passare l’idea che la vita non è una vacanza ma richiede fatica e sacrificio, impegno e lavoro: in tal senso, per Lasch, come per Allan Bloom, il fallimento dell’università è evidente». Il fallimento dell’università è l’accademismo ossia, nel migliore dei casi, l’illusione che il mondo reale possa essere risolto nel sapere, se non addirittura alla materia di insegnamento. È il mondo ridotto a scienze sociali o — per dirla con un filosofo che un tempo andava di moda proprio all’università e ora è in disgrazia — a immagine. Mentre tanto il mondo quanto la sua provvisoria conoscenza sono frutto di un incessante lavoro.

Ne “La ribellione delle élite” Lasch osserva che i rappresentanti delle nuove élite si sentono a proprio agio e a casa propria quando si muovono verso «una conferenza ad alto livello, l’inaugurazione di una nuova attività esclusiva, un festival cinematografico internazionale o una località turistica non ancora scoperta». Le nuove élite — e si sottolinea nuove — sono elitarie, esclusive: «La loro è essenzialmente una visione turistica del mondo… che non è esattamente una prospettiva che possa incoraggiare un’ardente devozione per la democrazia». Perché? Perché la democrazia (liberale) ha bisogno di essere radicata e lavorata per alimentarsi come forma di autogoverno. La democrazia è faticosa. Come la vita. Ed è invincibilmente opposta a una visione turistica di un po’ di tutto che accomuna oggi l’élite e la massa creando il fenomeno della massa elitaria. In fondo, questo è il nostro tempo: la ribellione delle masse elitarie o delle élite di massa.

oggi, 29 Ottobre 2025, il debito pubblico italiano ammonta a il debito pubblico oggi
0
    0
    Il tuo carrello
    Il tuo carrello è vuotoTorna al negozio
    Istituto Bruno Leoni