La via svizzera: meglio anziani che immigrati

L'Italia è incapace di definire la propria identità

17 Luglio 2017

Il Giornale

Carlo Lottieri

Direttore del dipartimento di Teoria politica

Argomenti / Teoria e scienze sociali

In Italia ha successo la formula secondo cui per ridurre la disoccupazione bisognerebbe anticipare i pensionamenti.

In Svizzera vedono le cose in maniera assai diversa, anche in ragione del fatto che lì la disoccupazione è a livelli bassissimi. Il Ticino nonostante i 350mila abitanti difficilmente potrebbe reggere senza il contributo di oltre 60mila frontalieri italiani, a cui vanno aggiunti anche i tanti immigrati stabilmente residenti.

Non è però mai facile la vita di una società che vede arrivare da fuori masse consistenti di persone. L’immigrazione, che pure presenta fattori positivi, comporta spesso problemi di sicurezza e soprattutto rischia di mettere in crisi una certa identità, che nel caso elvetico è anche strettamente collegata a un ben preciso ordine istituzionale. Se la Svizzera vuole restare tale, non può farsi invadere oltre una certa misura e in tempi troppo stretti.

Per giunta, la popolazione svizzera non è disposta ad accogliere altre centinaia di migliaia di stranieri (e già la percentuale di stranieri è alta). In ragione di tutto questo e considerati i dati demografici, per il colosso bancario Ubs è da prendere sul serio l’idea di sollecitare gli over 65 a continuare a lavorare.

La proposta è ben fondata, non solo perché la speranza di vita si allunga sempre di più, ma anche perché mandare a casa gli over 65 significa rinunciare a un capitale umano non facilmente sostituibile. Restare attivi più a lungo è importante dal punto di vista psicologico, aiuta a invecchiare meglio e favorisce pure lo sviluppo economico e la tenuta di una comunità.

Perché di una proposta simile si discute in Svizzera e non da noi? Ci sono certo ragioni culturali, dato che l’Italia è ormai vittima di un pessimismo che s’intreccia all’ideologia della decrescita ed è anche incapace di definire la propria identità: senza considerare che siamo ben poco affezionati alle nostre istituzioni. È cruciale il fatto che mentre in Svizzera le proiezioni economiche parlano di una richiesta significativa di lavoro negli anni a venire, da noi ogni analisi va in una direzione opposta.

A nord di Chiasso abbiamo basse tasse e un’economia più libera, piccole comunità che si autogovernano, meno regole, e non a caso l’economia cresce e la prosperità è diffusa. Il risultato è che presto mancheranno 480mila lavoratori a tempo pieno e quindi sarà necessario incentivare la voglia di non andare in pensione. E se qualcuno dei nostri politici si facesse una bella gita a Bellinzona o a Berna?

Da Il Giornale, 17 Luglio 2017

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