La politica del bonus (e malus)

Alcuni hanno obiettivi condivisibili, come quello per la cultura. Ma molti altri «regali» introdotti dall'esecutivo non rispondono a criteri di generalità e sembrano discriminatori

15 Settembre 2016

Panorama

Serena Sileoni

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Le mance stanno ai voti come le carote ai conigli: la difficoltà di asciugare il sistema fiscale italiano dalla quantità di agevolazioni esistenti è tutta qui, squisitamente elettorale.

L’attuale governo ha ereditato svariati bonus dai precedenti: bonus ristrutturazioni, bonus energetico, bonus mobili, bebè, affitti… Ma ne ha anche introdotti di nuovi.

Entrato in voga proprio per l’uso disinvolto che ne fanno Matteo Renzi e il suo governo, il termine bonus, in realtà, individua una serie di agevolazioni diverse tra loro, tra crediti di imposta, provvidenze, detrazioni. Se la parola rende ancora più dolce la carota, ne nasconde però il bastone: non c’è bonus nel sistema fiscale che non implichi, altrove, un malus: elargire denaro pubblico, sotto forma appunto di buoni, è distribuire una ricchezza che viene sottratta da qualche parte, non necessariamente quella più facoltosa.

Tutti i bonus creano, per definizione, diseguaglianze. Ma alcuni possono essere più iniqui di altri, se la discrezionalità di scelta tra chi può usufruirne o meno non risponde a canoni di ragionevolezza, ma ad altri criteri, tra cui, non si sfugge, la ricerca del consenso di alcune grandi categorie di cittadini.

Il bonus arte, ad esempio, è un credito di imposta di cui può usufruire chiunque voglia effettuare erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura, dello spettacolo e dei beni culturali. Si tratta quindi di uno sconto fiscale generalizzato e motivato da un obiettivo concreto di favorire il mecenatismo, stante le difficoltà delle casse pubbliche di coprire le spese nel settore culturale.

Altri bonus di recente introdotti, invece, non rispondono a un criterio di generalità né a obiettivi che sembrano ragionevoli.

DOCENTI È un budget di 500 euro a disposizione degli insegnanti che prevede il rimborso a piè di lista delle spese per finalità formative e di aggiornamento. Tuttavia, non sono solo gli insegnanti ad aver bisogno di aggiornarsi e continuare a imparare, e d’altro canto non deve essere lo Stato a ricordarci che gli esami non finiscono mai.

STRUMENTI MUSICALI Per il 2016, gli studenti dei conservatori e istituti pareggiati hanno un contributo di mille euro per l’acquisto di uno strumento musicale nuovo, sotto forma di sconto sul prezzo di vendita, rimborsato poi al venditore come credito di imposta. La musica è un’arte straordinaria, ma le altre non sono da meno.

DIPENDENTI Gli 80 euro ai lavoratori è la misura che ha inaugurato la stagione dei bonus renziani. Le modalità di erogazione fanno sì che, in maniera arbitraria, ne beneficino solo i lavoratori dipendenti. Istituito per dare impulso ai consumi, il fatto che questi siano sostanzialmente fermi non implica che non abbia funzionato. Resta negativo il giudizio per via della iniquità nella scelta dei destinatari.

DICIOTTENNI Chi ha compiuto 18 anni nel 2016 potrà spendere 500 euro in libri o eventi culturali. Più che a un incentivo alla diffusione della cultura, il bonus assomiglia a una piccola vincita al lotto per chi ha avuto la fortuna di nascere quest’anno. Rosichino pure quelli che sono nati il 31 dicembre 2015o il primo gennaio 2017.

FORZE ARMATE È un contributo di 80 euro mensili per il 2016 alle forze armate e di polizia, ideato a margine delle misure per garantire la sicurezza dei cittadini. Pur riconoscendo la preziosità e l’impegno delle forze armate, come per il bonus docenti si fatica a comprendere perché esse debbano ricevere una simile regalia. Né una misura straordinaria può considerarsi eventualmente rimedio a stipendi troppo bassi.

ALBERGHI Ultimo in ordine temporale è il bonus alberghi, per ora soltanto annunciato da Renzi come sconto fiscale per stimolare il settore turistico dato che, ha detto il presidente del Consiglio, la competizione è globale. Constatazione che vale, tuttavia, non solo per l’economia del turismo.

Da Panorama, 15-21 settembre 2016

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