2019 pp 382
    ISBN: 978-88-6440-364-9
    22 €
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      La guerra degli intellettuali al capitalismo
      Alan S. Kahan
      Perché gli intellettuali non amano il capitalismo? Saggi, romanzi, opere teatrali e manifesti: da sempre gli uomini di cultura puntano il dito contro i mali prodotti dal sistema economico basato sulla proprietà privata. 
      Posizioni simili uniscono personalità molto diverse tra loro: da Gustave Flaubert a Karl Marx, da T.S. Eliot a Friedrich Nietzsche, da Ezra Pound a Pablo Picasso.
      Da due secoli, l’intellighenzia rifiuta il progresso economico e la libera impresa, affidandosi di volta in volta a movimenti politici diversi, dal nazionalismo al socialismo, dal fascismo al comunismo, col solo obiettivo di superare il grigiore e la volgarità della società commerciale. Ai nostri giorni, come scrive Kahan nella sua prefazione, tutti i movimenti populisti «esprimono una comune antipatia per il libero mercato e per la crescente autorità delle organizzazioni sovranazionali che incoraggiano la libera circolazione dei capitali e delle persone (cioè l’immigrazione)».
      La guerra degli intellettuali al capitalismo racconta la storia di questo scontro, prova a spiegare i motivi di tale ostilità e tenta di individuare possibili forme di convivenza pacifica fra intellighenzia e mondo produttivo. Perché lo scontro tra “mente” e “denaro” è il grande conflitto, ancora irrisolto, della società moderna.

      Alan S. Kahan ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia all'Università di Chicago e attualmente è professore di British Civilization all'Università di Versailles/St. Quentin. Le sue ultime pubblicazioni sono Tocqueville, Democracy, and Religion. Checks and Balances for Democratic Souls (Oxford University Press, 2015) e Alexis de Tocqueville (Continuum Books, 2010).