La flat tax, una proposta acchiappavoti

Anche se, va detto, esiste un progetto, messo a punto dall'economista Nicola Rossi per conto dell'Istituto Bruno Leoni, molto ben congegnato che non presenta pecche

29 Gennaio 2018

Quotidiano Nazionale

Argomenti / Teoria e scienze sociali

L’ultima moda si chiama flat tax. Si tratta di una modifica delle imposte: invece di tante aliquote, progressive, una sola aliquota. Tutto piatto. Chi la propone al 25 per cento, chi addirittura al 15. Si lascia credere che un questo modo le tasse diminuiranno. Naturalmente è una colossale sciocchezza. Già con le imposte attuali il bilancio dello Stato è in forte passivo. Figurarsi, se le tasse dovessero calare. Si può usare il sistema di tassazione che si vuole (più giusto, meno giusto, più o meno progressivo), ma il totale non può scendere.
I partiti sostenitori della flat tax, però, lasciano intendere che in questo modo si pagherà meno. Non è vero. Da decenni l’Italia mantiene il suo livello di vita, e il suo welfare, facendolo pagare in parte agli stranieri attraverso il debito pubblico. Adesso solo dei folli possono pensare di diminuire le imposte e di scaricare sui nostri creditori altri fardelli. È probabile, quindi, che la flat tax non si faccia mai.

Anche se, va detto, esiste un progetto, messo a punto dall’economista Nicola Rossi per conto dell’Istituto Bruno Leoni, molto ben congegnato che non presenta pecche. Ma è assai più complesso di quello che oggi si agita sulle piazze. Intanto rispetta la progressività delle imposte, richiesta dalla Costituzione. L’imposta è piatta, con una sola aliquota, ma attraverso il gioco delle deduzioni e delle agevolazioni, si realizza la progressività. Accanto al varo di questa flat fax di Rossi è prevista però una spending review molto forte. Lo Stato alla fine incasserà meno soldi e quindi deve spendere di meno. Lo stesso autore della proposta prevede che serviranno almeno cinque anni prima di poter considerare a regime la nuova imposta.

Naturalmente, nessuno dei politici proponenti la flat tax si è preso il fastidio di leggere la proposta di Rossi. A loro basta promettere alla gente che le imposte stanno per essere abbattute. Eppure questa riforma, che non si farà perché nessuno vuole perdere tempo a studiare, sarebbe utile. Servirebbe a semplificare molto il fisco che, oltre a essere pesante, è anche un vero e proprio labirinto. Non è escluso che, una volta fatte le elezioni e incassati i voti, tutti lascino perdere. Non sarebbe la prima volta. Tutti sanno che, nel fisco italiano, ci sono almeno 70-80 tasse del tutto inutili, che stanno lì solo per complicare la vita alla gente, ma nessuno si è mai preso il fastidio di perdere un pomeriggio per eliminarle.

Da QN, 29 gennaio 2018

oggi, 27 Luglio 2024, il debito pubblico italiano ammonta a il debito pubblico oggi
0
    0
    Il tuo carrello
    Il tuo carrello è vuotoTorna al negozio
    Istituto Bruno Leoni