Irpef, ma non solo. Perché sul fisco il governo l'ha azzeccata

Intervista a Nicola Rossi: Giusto sopprimere l'Irap, mentre sull'Iva si può migliorare

12 Marzo 2023

Formiche

Argomenti / Politiche pubbliche

In Italia, solo a parlarne, fa ancora un certo effetto. La riforma fiscale sta lentamente prendendo corpo, dando ai contribuenti la speranza di un fisco più equo e al passo con la crescita. Maurizio Leo, viceministro dell’Economia (nella foto), è l’uomo che ha in mano le redini. Tra pochi giorni sul tavolo del Consiglio dei ministri finirà il provvedimento che racchiude l’embrione di quel riassetto e che darà al Parlamento italiano 24 mesi di tempo per approvare una riforma strutturale del fisco italiano.

Questo, in linea di massima, il menù. Quattro parti, 21 articoli e due anni di tempo per cambiare tutto il fisco: con un’Irpef a tre aliquote, considerata come primo passo verso la flat tax da applicare alla principale imposta italiana, un tetto agli sconti fiscali parametrato al reddito, l’Ires che si sdoppia per riservare un’aliquota agevolata (si punta al 15%) per gli investimenti in beni strumentali innovativi e in occupazione, l’Iva riordinata per ridare razionalità alla geografia dei panieri e azzerata per i beni di prima necessità e l’Irap che si trasforma in una sovraimposta sull’Ires. Di tutto questo, ma non solo, Formiche.net ne ha parlato con Nicola Rossi.

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