dove
Auditorium CMC
Largo Corsia dei Servi, 4, Milano
ore 18:30
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato
Intervengono:
Gigliola Barbieri (Comitato per il “no” dipendenti Fininvest)
Gianni Canova (Professore onorario di Storia del cinema e Filmologia, Università IULM)
Paolo Del Debbio (Giornalista e conduttore televisivo)
Alberto Mingardi (Professore ordinario di Storia delle dottrine politiche, Università IULM e Direttore generale, Istituto Bruno Leoni)
Coordina:
Camilla Conti (Giornalista, Il Giornale)
dove Auditorium CMC,Milano
ore 18:30
Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Economia e Mercato
Intervengono:
Gigliola Barbieri (Comitato per il “no” dipendenti Fininvest)
Gianni Canova (Professore onorario di Storia del cinema e Filmologia, Università IULM)
Paolo Del Debbio (Giornalista e conduttore televisivo)
Alberto Mingardi (Professore ordinario di Storia delle dottrine politiche, Università IULM e Direttore generale, Istituto Bruno Leoni)
Coordina:
Camilla Conti (Giornalista, Il Giornale)
La TV commerciale e i referendum del 1995. Presentazione del libro di Alberto Mingardi
L’11 giugno 1995 gli italiani furono chiamati a votare per dodici referendum. Tre riguardavano la televisione commerciale, uno di questi mirava a ridurre la pubblicità durante i film, limitandola all’intervallo fra il primo e il secondo tempo.
Il responso delle urne fu clamoroso. Gli elettori interpretarono il referendum come una questione di libertà e bocciarono a larga maggioranza i quesiti, difendendo la televisione che avevano contro le vaghe promesse circa quella che avrebbero potuto avere, e rivendicando il proprio diritto a scegliere quali e quanti canali guardare.
L’esito referendario fu cruciale per il prosieguo della carriera politica di Silvio Berlusconi e incise anche sulla retorica e sulle proposte del centrosinistra, che l’anno successivo avrebbe vinto le elezioni. E allora perché ci siamo dimenticati di quel referendum? Alberto Mingardi ricostruisce il dibattito di quei mesi sui pericoli della concentrazione del potere mediatico e sui timori relativi all’impatto culturale di questo medium e alla sua capacità di condizionamento dell’opinione pubblica.
La crisi del vecchio sistema politico, infatti, fu anche quella del suo apparato mediatico: l’«unica rivoluzione liberale che c’è stata» in Italia è stata proprio la tv privata, emersa nonostante l’ostilità della politica e il peso del monopolio pubblico.
Alberto Mingardi, Meglio poter scegliere. La TV commerciale e i referendum del 1995, Mondadori, 2025