I distributori non sono sciacalli. Scorrettezze? Da cercare più in alto

Intervista all'economista Carlo Stagnaro: "Focus sui mercati all'ingrosso. Ma punire i furbetti"

11 Gennaio 2023

Il Giornale

Argomenti / Ambiente e Energia Politiche pubbliche

«La speculazione sulla benzina, se c’è, è da cercare a monte. Difficile che possa essere tra i benzinai, che sono oltre 20mila in Italia ed è complesso che si possano mettere d`accordo sui prezzi. Certo ci possono essere casi isolati, che la Guardia di Finanza fa bene a perseguire con i suoi controlli». Questa è la tesi di Carlo Stagnaro, economista e direttore Ricerche e Studi dell`Istituto Bruno Leoni, che Il Giornale ha interpellato in merito alla crescita dei prezzi alla pompa di benzina.

Dottor Stagnaro, questi rincari andranno a peggiorare i problemi inflattivi?
«Se ci saranno effetti, saranno nell’ordine dello zero virgola. Teniamo presente che siamo in una situazione in cui i prezzi stanno scendendo e, al di là dell’aumento delle accise, paghiamo il pieno all’auto meno di quanto lo pagassimo sei mesi fa con lo sconto».

Non pensa, quindi, che qualcuno ne stia approfittando?
«Se guardiamo il monitoraggio settimanale del ministero delle Imprese e del Made in Italy, vediamo che nell’ultima settimana per benzina e diesel abbiamo avuto aumenti di 16-17 centesimi, inferiori all’incremento delle accise. Non vedo anomalie, almeno a livello di valori medi».

Come interpreta, allora, le 2.809 violazioni rilevate dalla Guardia di Finanza solo nell’anno scorso?
«Dentro quelle irregolarità ci sono tante cose. Alcune sono truffe, altri comportamenti scorretti che se riscontrati vanno puniti. Trovo giusto che si facciano i controlli per sanzionare chi sbaglia. Ma si tratta di fenomeni che non credo abbiano a che fare con la speculazione».

Ma se non sono i benzinai, è assurdo pensare che ci possa essere una speculazione a monte da parte dei big del petrolio?
«Se una speculazione c’è, questa è da cercare a monte sui mercati dei prodotti all’ingrosso. Fermo restando che, anche qui, al momento non vedo stranezze. Ed è difficile possa essere a valle: in Italia abbiamo oltre 20mila stazioni di servizio, se una si mettesse ad applicare prezzi eccessivi finirebbe fuori mercato. E vedo difficile che queste 20mila stazioni possano mettersi d’accordo per fare prezzi più alti».

Questa ulteriore stangata avrà effetti recessivi?
«Non credo. Proprio perché avviene in una fase di prezzi calanti. Era una cosa con cui, prima o poi, bisognava fare i conti ed è meglio sia stato adesso».

Vede minacce dall`embargo dei prodotti raffinati russi del prossimo 5 febbraio?
«La ritengo una grossa incognita. Potrebbe accadere, per esempio, che i russi vendano agli indiani e poi gli indiani in Europa. Questo però si tradurrebbe in un aumento sul gasolio. La preoccupazione più grande però è un’altra…».

Quale?
«È ancora il gas. Qui ci sono tre cose da osservare: l’andamento del meteo, finora benevolo, ma anche la Cina, che fino a ieri ha consumato pochissimo e importato meno metano del solito. E, infine, noi europei dovremo essere veloci ad affrancarci dalle forniture russe, andando veloci su rinnovabili, nucleare francese e rigassificatori».

da Il Giornale, 11 gennaio 2023

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