Destra, Sinistra e il 1995 rimosso

Vinsero gli italiani che si resero conto che è meglio conservare la libertà concreta di scegliere

13 Giugno 2025

Italia Oggi

Alberto Mingardi

Direttore Generale

Argomenti / Economia e Mercato

Forse oggi possiamo spiegare l’ablazione dei referendum del 1995 dalla nostra memoria. La sinistra non li rammenta. Per la componente più radicalmente antiberlusconiana, ma anche per coloro che sponsorizzarono fino all’ultimo la trattativa Stato-Fininvest, si tratta d’una sconfitta. Il nemico era lì, nel mirino, e non partì il colpo. Pure coloro che volevano sfuggire all’ossessione antiberlusconiana, però, sono vittima di un’amnesia. Perché proprio di lì, da quei referendum, sortì il centrosinistra liberale e riformista che abbiamo conosciuto fra il 1996 e il 2000.

Quel centrosinistra oggi è visto, persino dai suoi protagonisti di allora, come una sorta d’aberrazione, un errore da farsi perdonare, il patto col diavolo del neoliberismo. La stessa sinistra che critica oggi le privatizzazioni che in Italia proprio lei riuscì a fare […] nasce l’11 giugno 1995. È solo a partire da quella sconfitta che la sinistra provò a interrogarsi su cosa pensassero gli elettori del suo avversario, evitando ( almeno per qualche tempo ) di considerarli un branco di miserabili, suggestionati dalle telenovelas e privi d’ogni cultura degna di questo nome. Provò a soppesare le loro esigenze, ne concluse che non erano poi così balzane e arrivò a incorporare nei propri programmi e nella propria azione parte dei temi che avevano portato Berlusconi al successo del 1994 : la fantomatica « rivoluzione liberale ».

Ne venne qualcosa di buono per l’Italia. Ma presto destinato, nell’involuzione identitaria della sinistra, alla damnatio memoriae. […] La destra ha dimenticato i referendum perché non li vinse lei. Berlusconi è stato davvero il Maradona delle campagne elettorali. [Ma] non è questo il caso nel 1995. Il «giudizio di Dio» non lo superò lui. Lo superarono Sandra e Raimondo, Mike e Corrado, lo superarono Dallas e Baywatch, lo superarono i lavoratori Fininvest che non volevano essere confusi con Forza Italia. Vinsero loro, e vinsero gli italiani che si resero conto davvero che è meglio conservare la libertà concreta di scegliere fra sei canali televisivi, anziché ritrovarsi con tre. È meglio poter scegliere.

Da: Alberto Mingardi, Meglio poter scegliere. I referendum del 1995 e la battaglia per la televisione commerciale, Mondadori, 2025

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