Dazi Ue sui mini-prezzi cinesi: un boomerang

Nel 2024 sono entrati sul mercato europeo numerosi articoli di valore inferiore ai 150 euro provenienti soprattutto dalla Cina

9 Giugno 2025

L'Economia – Corriere della Sera

Alberto Mingardi

Direttore Generale

Argomenti / Diritto e Regolamentazione

Nel 2024 sono entrati sul mercato europeo circa 4,6 miliardi di articoli di valore inferiore a 150 euro. Il dato viene sventolato con orrore dalla Commissione europea. Questi articoli a basso costo provengono in larga parte dalla Cina e sono venduti attraverso le piattaforme web Temu e Shein. Si tratta di prodotti di uso quotidiano, capi d’abbigliamento che nessuno s’illude siano d’alta moda, tiragraffi per gatti, pinze per le sopracciglia, oggetti per i quali le famiglie europee preferiscono spendere poco. Che c’è di male?

Parte del loro successo è dovuto all’esenzione da dazio. Essendo il valore dichiarato molto basso, su tali beni importati non grava imposta. Esigerla costerebbe più di quanto se ne ricaverebbe. Nondimeno da un paio d’anni il legislatore europeo s’interroga su come eliminare l’esenzione. Scartala l’ipotesi di un’imposta vera e propria, quindi proporzionata al valore delle transazioni, siamo arrivati al pedaggio. Tipo Benigni e Troisi in «Non ci resta che piangere»: per passare il confine toscano, tocca pagare «un forino». Nel nostro caso, due euro. Se consultate il sito o l’app di Temu, vi rendete conto che due euro paiono pochi, ma solo ai nostri euro parlamentari. Su una scatola portauova che costa cinque euro, spedizione gratuita inclusa, due euro è una maggiorazione del 40%. Su 12 euro di lampada da parete, siamo al 15% in più, un bel ritocco sull’Iva. Sono numeri piccoli, che da Bruxelles paiono ancora più piccoli. Il dazio avrebbe la conseguenza che i dazi sempre hanno: ridurre il potere d’acquisto dei consumatori.

Contro queste piattaforme, si sfodera la retorica della qualità. Chi le frequenta sarebbe così fesso da non capire la differenza fra una lampada di design e quelle che trova lì. Più probabilmente, fa acquisti alla misura del suo portafoglio. Oppure, come tutti noi, mentre per alcune cose ha una disponibilità a spendere elevata, per altre no. Se la qualità europea si difende contro questi acquisti modesti, è lecito avere qualche dubbio sulle sue tanto decantate virtù.

Sulla qualità della leadership europea, invece, è difficile farsi illusioni. La crisi con lo storico alleato americano e i dazi di Trump dovrebbero spingere l’Ue a intensificare gli scambi con il resto del mondo. E improbabile che il pedaggio sui beni a basso costo certifichi la nostra fede nel libero scambio, agli occhi dei Paesi che li producono e in generale di chi gli occhi li tiene aperti.

oggi, 12 Giugno 2025, il debito pubblico italiano ammonta a il debito pubblico oggi
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