Carlo Cottarelli lascia l’Italia in direzione Fondo Monetario Internazionale, a Washington. Prima di partire, ha voluto però fare il punto su un anno di attività da commissario alla Spending Review elencando i molti successi ma anche le molte difficoltà che ha incontrato sul suo cammino, iniziato sotto l’esecutivo guidato da Enrico Letta. Secondo l’ex Commissario il suo lavoro, insieme a quello dell’esecutivo precedente e dell’attuale, ha avuto un effetto benefico. Ormai la Spending Review è entrata nella testa degli italiani. Per questo non crede ci sarà un suo successore: «Non spetta a me dirlo, ma probabilmente non ci sarà un altro commissario».
«ESISTONO GROSSE DIFFICOLTÀ SULLA REVISIONE»
«Il processo di revisione della spesa non è ancora terminato. Tuttavia esistono grosse difficoltà sulla strada della revisione». Queste le parole di Cottarelli, con le quali ha aperto la Lectio Magistralis Marco Minghetti, organizzata dall’Istituto Bruno Leoni. Non è tutto da buttare. Anzi. I risultati, più che apprezzabili, sono sotto gli occhi di tutti. L’ormai ex commissario alla Spending Review ha spiegato che, a suo dire, l’azione di revisione della spesa si è concretizzata in tre momenti: l’approvazione del decreto legge 66 che aveva portato alla nascita dello sgravio da 80 euro per i dipendenti, la riforma della Pubblica Amministrazione e la Legge di Stabilità 2015. Cottarelli ha poi voluto sottolineare che quanto ottenuto è frutto dell’azione dell’esecutivo nel suo complesso.
«UNA RIDUZIONE COMPRESA TRA 8 E 14 MILIARDI»
Secondo Cottarelli tali provvedimenti hanno portato «ad una riduzione della spesa tra gli 8 ed i 14 miliardi di euro». Tale discrepanza nel risultato secondo l’ex Commissario va ricercata nel ruolo futuro degli enti locali: «è necessario verificare ex post cosa verrà fatto da queste realtà per raggiungere il risparmio richiesto. Se tutti faranno la loro parte, allora avremmo 14 miliardi di euro di tagli». Questi soldi, calcolati al lordo, verranno usati per finanziare nuovi progetti, come ad esempio «la buona scuola». Una scelta che però non sembra apprezzata da Cottarelli che avrebbe preferito che questi soldi venissero usati per alleviare ulteriormente la pressione fiscale: «La scelta è legittima, se sono spese prioritarie. Tuttavia senza questi aumenti di spesa si sarebbero potute tagliare ulteriormente le tasse».
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