Chi siamo


Chi siamo e che cosa vogliamo

L’Istituto Bruno Leoni è nato nel 2003 per promuovere le “idee per il libero mercato”.
L’IBL vuole dare il suo contributo alla cultura politica italiana, affinché siano meglio compresi il ruolo della libertà e dell’iniziativa privata, fondamentali per una società davvero prospera e aperta.

L’IBL prende a modello i think tank anglosassoni: centri di ricerca non profit, indipendenti dai partiti politici, con lo scopo di offrire un contributo al dibattito pubblico.

Le idee proposte da IBL, sul terreno delle politiche concrete, vogliono dare maggior respiro alla società civile e autonomia alle persone, restituire risorse all’economia, liberare la concorrenza e gli scambi e così costruire più benessere e ricchezza per tutti.

Che cosa facciamo

L’Istituto Bruno Leoni è attivo nell’elaborazione di ricerche e studi. Ha un importante programma di pubblicazioni a vasto raggio, che comprende sia volumi di ampio respiro sia papers dedicati all’esplorazione di particolari problemi.
Ogni anno IBL pubblica l’“Indice delle liberalizzazioni”, il più completo rapporto sull’apertura del mercato in alcuni settori-chiave dell’economia europea.
L’Istituto organizza seminari e convegni pubblici, spesso con ospiti internazionali che altrimenti il pubblico italiano non potrebbe ascoltare.

Una sintesi delle attività dell’Istituto Bruno Leoni nel 2024 è disponibile qui (PDF)

Come definirci

La nostra filosofia viene associata a diverse etichette: “liberale”, “liberista”, “mercatista”. La lezione cui l’Istituto si richiama è appunto quella di Bruno Leoni, grande filosofo del diritto, di cui diffonde il pensiero e le opere in Italia ed all’estero. Alla figura di Bruno Leoni, l’IBL ha dedicato il sito “Riscoprire Bruno Leoni”.

Le soluzioni per cui ci battiamo, sul terreno delle politiche concrete, sono quelle che sanno dare maggior respiro alla società civile, restituire risorse all’economia, liberare la concorrenza e gli scambi e così costruire più benessere e ricchezza per tutti.

Chi ci finanzia

L’Istituto Bruno Leoni è sostenuto da individui, imprese, associazioni e fondazioni che ritengono importante e significativo il suo lavoro e pertanto contribuiscono alla sua realizzazione. Maggiori informazioni sul bilancio e i finanziamenti dell’Istituto Bruno Leoni sono disponibili qui.

Secondo quanto previsto dalla Legge 124/2017 le informazioni relative a contributi di natura pubblica ricevuti da Fondazione Istituto Bruno Leoni sono disponibili cliccando qui.

Il nostro network

L’Istituto Bruno Leoni fa parte di un più ampio network internazionale di centri di ricerca animati dal medesimo approccio. Partecipa alle iniziative dell’Atlas Network e è fra i fondatori di Epicenter.

Le FAQ dell’Istituto Bruno Leoni

10 domande su cosa fa e come opera l’Istituto Bruno Leoni

L’Istituto Bruno Leoni è un think tank, cioè un centro di ricerca non-partisan, che – attraverso le sue attività di ricerca e divulgazione – intende promuovere la cultura del libero mercato. Secondo il rapporto annuale “Global Go-To Think Tank Index” curato dal prof. James G. McGann (University of Pennsylvania) l’IBL è il 132mo miglior think tank al mondo e 76mo in Europa. Dal punto di vista formale l’IBL è nato nel 2004 come Associazione Istituto Bruno Leoni. Successivamente l’Associazione ha dato vita alla Fondazione Istituto Bruno Leoni. Inoltre, negli Stati Uniti opera l’associazione Friends of IBL (501c3) che promuove le idee liberali e il lavoro dell’IBL. IBL ha creato ed è proprietario di una casa editrice, IBL Libri, attraverso cui pubblica le proprie ricerche.

La missione dell’Istituto Bruno Leoni è promuovere “idee per il libero mercato”. L’IBL vuole dare il suo contributo alla cultura politica e sociale italiana, affinché siano meglio compresi il ruolo della libertà e dell’iniziativa privata, fondamentali per una società davvero prospera e aperta. L’IBL prende a modello i think tank anglosassoni: centri di ricerca non profit, indipendenti dai partiti politici, con lo scopo di offrire un contributo al dibattito pubblico. La nostra filosofia viene associata a diverse etichette: “liberale”, “liberista”, “mercatista”. La lezione cui l’Istituto si richiama è appunto quella di Bruno Leoni, grande filosofo del diritto, di cui diffonde il pensiero e le opere in Italia e all’estero. Alla figura di Bruno Leoni, l’IBL ha dedicato il sito “Riscoprire Bruno Leoni”. Le soluzioni per cui ci battiamo, sul terreno delle politiche concrete, sono quelle che sanno dare maggior respiro alla società civile, restituire risorse all’economia, liberare la concorrenza e gli scambi e così costruire più benessere e ricchezza per tutti

Una parte significativa delle iniziative dell’Istituto è rivolta a educare le giovani generazioni ai valori della libertà individuale e conservare e promuovere la memoria dei grandi classici del pensiero liberale. A questo fine, IBL organizza una serie di attività dirette esplicitamente a tali scopi:

  • Attraverso IBL nelle scuole i ricercatori dell’Istituto propongono alle scuole superiori un corso di lezioni introduttive all’economia per spiegare ai ragazzi la natura dello scambio e il ruolo dei prezzi, ma anche il rapporto tra scelte politiche (tassazione, regolazione, politica monetaria) e vita produttiva, gli effetti visibili e quelli meno visibili dell’azione pubblica, il ruolo giocato dai gruppi di pressione, così da aiutarli a comprendere la grande complessità della realtà sociale e maturare su di essa una propria idea;
  • Il Seminario Mises è da anni un’importante occasione in cui centinaia di giovani studiosi europei hanno presentato e discusso le loro ricerche e hanno contribuito al dibattito interno all’Istituto stesso;
  • L’IBL organizza periodicamente importanti eventi di approfondimento sui grandi temi del dibattito intellettuale e politico, quali il Discorso Sergio Ricossa, la Lectio Minghetti (sui temi della finanza pubblica) e il Discorso Bruno Leoni (la principale conferenza pubblica dell’IBL);
  • IBL propone nuove edizioni dei grandi classici del pensiero liberale attraverso alcune collane di IBL Libri (Mercato, diritto e libertà, Classici della libertà e Liberismi italiani) e attraverso gli Occasional Paper liberamente scaricabili sul sito dell’Istituto, oltre all’Opera Omnia di Bruno Leoni;
  • IBL mette a disposizione degli studiosi dati e ricerche, all’interno di progetti quali Dinamismo Imprenditoriale, il Contatore del debito pubblico, l’Indice delle liberalizzazioni, il Superindice IBL e, più recentemente, il Barometro delle libertà che tiene conto delle restrizioni legate al Covid-19.

Oltre a questo, IBL svolge attività di ricerca i cui risultati vengono messi liberamente a disposizione sul sito internet dell’Istituto oppure pubblicati da IBL Libri nella collana Policy.

Infine, IBL partecipa al dibattito pubblico attraverso la diffusione degli studi e degli articoli scritti dai suoi ricercatori, o attraverso la loro partecipazione a dibattiti sui media.

IBL pubblica un rapporto periodico sulle sue attività: qui, per esempio, è possibile scaricare il rapporto relativo al 2020.

A novembre 2025 l’Istituto Bruno Leoni ha prodotto:

209 Briefing Paper (rapporti approfonditi su questioni di policy);

121 Occasional Paper (approfondimenti teorici di autori classici e contemporanei);

102 Altri Paper (Special report, Policy Paper, Position paper ecc);

383 Focus (commenti su questioni di policy);

Circa 240 libri ed e-book (pubblicati da IBL Libri) e 56 con altri editori.

Nel 2025 IBL Libri ha pubblicato 8 nuovi titoli.

Nell’ultimo anno IBL ha costantemente incrementato e potenziato la propria presenza sui principali social network:

Facebook: +20% di follower.

Instagram: +38% di follower.

Twitter: +11% di follower.

LinkedIn: +50% di follower e tasso di coinvolgimento doppio rispetto a profili comparabili.

YouTube: +235% utenti e 1,3 milioni di impressions. 2.000-6.000 interazioni dirette giornaliere sui nostri profili.

No. L’Istituto Bruno Leoni non fa politica, non promuove campagne politiche e non appoggia nessun partito politico. L’orientamento culturale dell’Istituto è favorevole alla libertà individuale, sia nella sfera economica, sia in quella sociale e civile.

Questo non significa che IBL non abbia una posizione sui temi di policy. Anzi, una parte rilevante delle attività dell’Istituto riguarda approfondimenti o proposte di policy. Per esempio, l’Istituto ha prodotto un progetto di riforma fiscale (25xtutti) che ha suscitato un grande dibattito e sul quale numerosi studiosi ed esponenti politici hanno preso posizione. L’IBL ha negli anni prodotto diverse proposte in una pluralità di ambiti, mantenendo sempre una linea favorevole al libero mercato. Partecipa regolarmente alle consultazioni pubbliche nazionali ed europee e contribuisce alle indagini conoscitive occasionalmente promosse da deputati e senatori sui temi della politica economica.

Gli studiosi e i collaboratori dell’Istituto hanno, ovviamente, opinioni politiche personali. Ciascun ricercatore dell’Istituto, quando interviene attraverso articoli o altre forme di comunicazione, parla per sé e non esprime necessariamente le posizioni dell’Istituto stesso. Per l’Istituto il pluralismo è un valore importante: non solo lo predichiamo nella società in cui viviamo, ma cerchiamo di praticarlo al nostro interno. Quindi incoraggiamo il dibattito interno e lo riteniamo fonte di arricchimento individuale e collettivo. Non sono pochi i temi su cui vi sono legittime e utili differenze di vedute tra i membri dell’Istituto. Per citarne solo uno, ma importante, sulla politica pandemica abbiamo un continuo dibattito tra di noi e sono emerse nel tempo posizioni non solo diverse ma addirittura opposte. Riteniamo che questo sia un valore da preservare, non un problema da risolvere: anzi, è l’essenza stessa dell’attività dell’Istituto.

L’Istituto Bruno Leoni è finanziato da persone fisiche, aziende e associazioni o fondazioni. La maggioranza dei finanziatori sottoscrive una quota associativa oppure fa una donazione liberale all’Istituto. In alcuni casi, l’Istituto raccoglie invece fondi su progetti specifici: per la pubblicazione di un libro o per la realizzazione di una certa ricerca. Ogni anno, l’Associazione IBL organizza una cena, i cui partecipanti contribuiscono all’attività dell’IBL.

Nel 2020 l’Istituto Bruno Leoni (cioè sia l’Associazione Istituto Bruno Leoni che la Fondazione Istituto Bruno Leoni) ha avuto entrate complessive di 575 mila euro. Maggiori informazioni sulle caratteristiche dei finanziatori – inclusi i settori merceologici in cui operano, se aziende o associazioni di imprese – sono disponibili sulla pagina dedicata del nostro sito.

Sì.

La nostra policy prevede di dichiarare l’identità dei finanziatori che sponsorizzano ricerche o eventi specifici. Per esempio, nel 2021 IBL ha organizzato due cicli di webinar col supporto, rispettivamente, di UPS Italia e di BAT Italia e pubblicato – tra gli altri – studi sostenuti da TeamSystem, Confindustria Dispositivi Medici, Diana Davis Spencer Foundation. Alcuni volumi sono stati sostenuti da alcune imprese o enti: per esempio Governare con la rete. Per un nuovo modello di Pubblica amministrazione di Stephen Goldsmith e William D. Eggers è stato pubblicato col contributo dell’Atlas Economic Research Foundation; Libertates. Stato, politica e diritto alla prova delle libertà individuali, a cura di Carlo Lottieri e Daniele Velo Dalbrenta col contributo del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona; Proprietà e libertà, di Richard Pipes, col contributo di Atlantia; e Il futuro dell’energia nucleare, di Celso Osimani e Ivo Tripputi, col contributo di Campoverde. Il progetto Dinamismo Imprenditoriale è stato reso possibile da un gruppo di sponsor: Gianfelice Rocca, la Fondazione Cariplo, la Compagnia di San Paolo, l’Atlas Economic Research Foundation, la Fondazione Aristide Merloni, Confcommercio e Confartigianato.

Alla cena annuale dell’Istituto decine di individui, imprese e associazioni acquistano tavoli o posti singoli per sostenere le attività dell’Associazione. Le loro sponsorizzazioni sono riconosciute nei materiali promozionali dell’evento.

L’Istituto Bruno Leoni rispetta tutti gli obblighi di disclosure imposti dalla legge. Inoltre, ritenendo che la trasparenza sia un valore importante, dichiara il sostegno ricevuto per attività specifiche e fornisce una serie di informazioni sulla composizione del suo bilancio e le caratteristiche dei suoi donatori.

Tuttavia, anche la riservatezza dei nostri sostenitori è un valore che riteniamo importante

proteggere. Se i nostri sostenitori preferiscono non dare pubblicità al loro sostegno, e ciò non si pone in contrasto con gli obblighi di legge, noi ne rispettiamo la volontà.

Ci sono almeno tre ragioni per cui riteniamo che questo sia un importante punto di principio. La prima è che, in un paese libero, tutti hanno il diritto di associarsi e sostenere quelli di cui condividono alcune posizioni. L’art. 18 della Costituzione italiana ne fa infatti una libertà garantita al livello più alto del nostro ordinamento. Spesso d’altronde le pressioni per obbligare le organizzazioni a dichiarare l’identità dei loro sostenitori sono parte di campagne intimidatorie.

In secondo luogo, e questa è forse la ragione più importante, l’Istituto prende posizioni e pubblica ricerche su una pluralità di materie. Non è detto che tutti i nostri sostenitori condividano tutte le idee che emergono dal lavoro dei ricercatori dell’IBL. Anzi: l’Istituto è fedele ai suoi principi e alla tradizione di pensiero a cui si richiama ma, per definizione, imprese for profit o fondazioni non necessariamente hanno un simile approccio, né dovrebbero averlo. Non avrebbe senso né ci sarebbe ragione di metterli nella condizione di dover rispondere di idee altrui.

In terzo luogo, i tentativi di mettere in discussione l’attività dell’Istituto attraverso la demonizzazione di chi lo sostiene tradiscono un intento che ha poco a che fare con le richieste di trasparenza, e che invece riguarda le idee per cui ci battiamo. La domanda non sorge da una curiosità spontanea, quanto dal tentativo di delegittimare posizioni che non si condividono anziché confrontarsi nel merito.

No.

L’Istituto Bruno Leoni non svolge alcuna attività di rappresentanza di interessi. L’Istituto esprime opinioni sulle policy e le giudica secondo un unico criterio, che è quello della coerenza con un approccio di libero mercato. L’Istituto si inserisce in una tradizione che è quella di essere pro market non pro business: tutte le nostre analisi mettono al centro il consumatore e i suoi interessi. Non di rado questo va contro gli interessi immediati di alcuni dei nostri donor. Qualche volta ci è stato fatto notare. Ringraziamo tutti quelli che ci sostengono pur sapendo che le nostre idee, a volte, potrebbero danneggiarli.

No.

I nostri finanziatori possono sostenere iniziative specifiche (ricerche, eventi, ecc.) oppure offrire supporto generale alle attività dell’Istituto. In entrambi i casi ci consentono di impiegare risorse – umane in primis – nell’approfondimento di temi che sono di interesse dell’Istituto e del pubblico. Ma l’approccio dell’IBL è sempre quello di ragionare nell’ottica della libertà di mercato. Nessuno dei nostri ricercatori – sia quelli che collaborano in

maniera organica con noi, sia quelli che lo hanno fatto in modo occasionale, sia i tanti giovani che hanno partecipato alla vita dell’IBL attraverso programmi di internship – ha mai subito pressioni o è stato indotto a sostenere tesi diverse da quelle a cui liberamente era pervenuto e che sono coerenti con l’orientamento generale dell’Istituto. Peraltro, l’autonomia di IBL è garantita dal fatto che il bilancio non dipende in misura consistente da alcun singolo donatore.

Gli studi e le ricerche pubblicate dall’Istituto sono lavori scientifici, come tali sottoposti a un vaglio preventivo che ne assicura la comunicabilità all’interno della comunità di studiosi di riferimento. Qualunque lettore può valutare, per suo conto, la qualità dei nostri prodotti e, se lo ritiene utile e opportuno, sottoporli a critiche.

In alcuni casi siamo stati accusati di difendere gli interessi di soggetti specifici. Questa accusa è particolarmente ricorrente nel caso delle politiche climatiche. Sarebbe facile rispondere che le aziende con interessi nel settore dell’energia rappresentano solo una piccola frazione del bilancio dell’Istituto (il 3,5 per cento nel 2020) e che hanno interessi contrastanti tra di loro. Ma il punto è un altro: IBL difende l’idea che alla crisi climatica si può rispondere con strumenti di mercato. Il cambiamento climatico è forse la più grande sfida che l’umanità si trova davanti, è causato dall’uomo e deve essere affrontato riducendo drasticamente le emissioni: ma questo non significa che risuscitare lo Stato imprenditore sia il modo migliore, tantomeno l’unico, per affrontare il problema. A chi pensa che il clima sia la scusa per abbattere il capitalismo, rispondiamo che il capitalismo è il più efficace strumento per salvare il clima.

È possibile donare all’Istituto Bruno Leoni sia attraverso il 5 per mille sia attraverso il 2 per mille riservato alle associazioni culturali.

Occasionalmente IBL ha percepito da soggetti pubblici finanziamenti dedicati a specifiche ricerche.

Come previsto dalla legge, i finanziamenti di origine pubblica sono disponibili qui.

In un dibattito pubblico aperto e consapevole, si contrastano gli argomenti, non si delegittimano le persone. È una regola cui ci atteniamo perché rappresenta il primo presupposto di un dibattito civile. Ad altri piacerebbe trascinarci su chine meno civili. Perché, allora, gli statalisti e gli intolleranti di destra e di sinistra ce l’hanno tanto con l’Istituto Bruno Leoni? La risposta è semplice: perché si tratta del tentativo più culturalmente attrezzato di contestarne l’egemonia culturale. Perché l’Istituto mette in campo non mere opinioni politiche, non semplici commenti, non proposte estemporanee, ma l’ambizione consapevole di rendere forte, cogente e attuale una importante tradizione di pensiero, che ha in Luigi Einaudi, in Friedrich von Hayek e naturalmente in Bruno Leoni i suoi maestri.

oggi, 18 Dicembre 2025, il debito pubblico italiano ammonta a il debito pubblico oggi
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