Anche-il-virus-ha-fatto-cose-buone. L'insostenibile presenza a Chigi di G. Pauli

Verrebbe da commentare: con questi consulenti antivirus, chi ha bisogno di un virus

17 Marzo 2020

Il Foglio

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Secondo Gunter Pauli, consigliere economico di Giuseppe Conte per l’emergenza Covid-19 assieme a Mariana Mazzucato, anche il coronavirus ha fatto cose buone. L’ha scritto in un tweet poi rimosso, dopo che uno di noi due lo aveva portato all’attenzione: “La Terra respira di nuovo. Decenni di sovra-consumo e sovraproduzione hanno imposto il loro pedaggio. All’improvviso un virus ci ferma. Ho deciso di digiunare per tre giorni. Dare al corpo un’occasione per riprendersi da tutti gli eccessi. Visto che ora l’aria è pulita, è vacanza per reni, fegato e oltre”. Stesso concetto ribadito in un altro cinguettio: “Basta così poco per mettere a posto il grande disastro che abbiamo fatto. Dobbiamo solo meditare e accettare che abbiamo esagerato. Siamo così deboli che un singolo virus ci mette al tappeto. La soluzione non è più disinfezione: la soluzione è rafforzare il nostro sistema immunitario con aria, acqua e cibo salutari”.

Ancora: “I virus sono più del decuplo dei batteri. I biologi hanno classificato batteri, funghi, piante e animali ma non i virus perché non possono riprodursi senza un ospite. Una volta che ne trovano uno, possono rigenerarsi 10 mila volte al giorno. Sarà meglio imparare come convivere con loro anziché ucciderli, a meno che non vogliamo sterminare noi stessi”. E ancora: “Se vi piace la quinoa, sappiate che la sua resistenza all’altitudine e alla siccità dipende dalla simbiosi con un virus. E se vedete le alghe rosse disintegrarsi, dovete sapere che è il contrattacco di un virus a impedirne la fioritura. Dovremmo sapere che il male assoluto non esiste”. Di più: “Chi rinuncia a metà di un sogno per perseguirne una versione annacquata? Io no. Il meglio che possiamo raggiungere nella vita è andare oltre i sogni (anche i più selvaggi). Il virus ci dà il tempo per riflettere sui sogni che vogliamo vedere realizzarsi: scommetto che non si tratta di globalizzazione, moda effimera e cibo economico! Sognate!”. Questi sono solo alcuni a tema virus, ma ce ne sono molti altri.

Verrebbe da commentare: con questi consulenti antivirus, chi ha bisogno di un virus? Ma viene anche da chiedersi se le opinioni espresse da Pauli rappresentino le posizioni del governo. Intendiamoci: con le sue azioni, l’esecutivo sembra convinto che il Covid-19 sia un nemico da combattere, e la crescita economica un valore da preservare. Le restrizioni ai contatti sociali servono proprio a prosciugare l’ecosistema del virus, mentre il pacchetto di aiuti economici approvato ieri serve a sostenere famiglie e imprese e impedire lo sgretolamento del prodotto interno lordo. Ma anche le parole hanno la loro importanza, e stanno all’azione di governo come il catechismo alla condotta degli uomini di chiesa: è ben possibile che questi pecchino nei loro comportamenti quotidiani, ma nel lungo termine quel che resta è la loro predicazione. Oltretutto, i pensieri di Pauli non appaiono privi di agganci nell’elaborazione politica e intellettuale delle forze della maggioranza. Autorevoli esponenti politici – prevalentemente di area M5s – hanno espresso concetti analoghi. Per esempio, il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra: “Tanti sono in attesa delle misure che il governo varerà. Molti perché vogliono presto recuperare livelli produttivi, margini di profitto, tenore dei consumi di cui in precedenza disponevano. Lo capisco. Ma se provassimo a riflettere e cambiare? O tutto era perfetto?”. Oppure l’ex ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti: “Abbiamo preso in giro la decrescita felice per così tanto tempo, che ora ci ritroviamo con la decrescita ‘infelice'”. E, più importante, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: “Quelle foto della Nasa sulla Cina sono la dimostrazione che si può ridurre l’inquinamento. Non dovevamo aspettare il coronavirus per saperlo, ma in questo senso cogliamo quella foto come elemento che ci fa capire che si può fare e le risorse ci sono”. Pochissime voci si sono invece levate per contestare questa visione decrescitista. A livello politico, si è sentita solo quella di Luigi Marattin di Italia viva.

Ecco perché serve un chiarimento. Mentre le persone cercano di convivere faticosamente con gli “arresti domiciliari” imposti dal virus; mentre le imprese vedono i fatturati che crollano; mentre lo stesso esecutivo si sforza di elaborare una risposta; mentre, insomma, il paese affronta sacrifici e lutti, non deve esserci alcuna ambiguità su quali siano le priorità e gli obiettivi. La decrescita non deve essere un’opzione: sia perché è purtroppo nei fatti, sia perché – come abbiamo sperimentato anche nel passato recente – l’erosione di redditi e risparmi non è e non può essere felice. Non c’è nulla di buono nell’azione del virus: l’aria pulita a causa dello stallo produttivo non è una vittoria dell’ambiente, ma una sconfitta dell’uomo. L’intero presupposto della politica ambientale è quello di preservare l’ambiente promuovendo il benessere delle persone. Le tesi di Pauli e dei suoi seguaci sarebbero una bestialità in tempi normali, ma diventano una bestemmia e un insulto in tempi eccezionali. Anche perché il suo digiuno volontario e individuale diventerebbe forzato e di massa nella quotidianità dell’economia decresciuta che auspica. È oltremodo offensivo e irrispettoso che un consigliere del governo per l’emergenza coronavirus affermi che grazie al virus “la Terra sta respirando di nuovo”, proprio mentre l’economia soffoca e centinaia di cittadini italiani muoiono quotidianamente di una malattia respiratoria causata da quello stesso virus.

Non è chiaro, insomma, quale sia il ruolo anche solo intellettuale di Pauli nella task force di Palazzo Chigi. I consigli che offre al premier ricalcano le sue posizioni pubbliche? E, se sì, vengono ascoltati? Gli italiani devono sapere le risposte a queste domande. Perché se il governo si riconosce, anche solo parzialmente, in queste elucubrazioni decrescitiste, allora è bene che lo dica in modo esplicito e che i partiti si esprimano. Se invece – come crediamo e speriamo – non è così, la presidenza del Consiglio deve spiegare a cosa serve un consigliere che mal consiglia e che pertanto non viene ascoltato.

C’è un modo molto semplice per fare chiarezza: caro presidente Conte, licenzi immediatamente Gunter Pauli.

Da Il Foglio, 17 marzo 2020

oggi, 8 Novembre 2024, il debito pubblico italiano ammonta a il debito pubblico oggi
0
    0
    Il tuo carrello
    Il tuo carrello è vuotoTorna al negozio
    Istituto Bruno Leoni