Luciano Capone - Carlo Stagnaro
Rassegna stampa
6 febbraio 2021
Le due facce dell'agenda Draghi
La spesa "buona" per l'emergenza Covid e le riforme strutturali per i problemi storici del paese
Falco o colomba? Qual è il pensiero economico dell'enigmatico premier incaricato? Lo rivelano i suoi scritti. Da neo-keynesiano pragmatico seguirà due linee di fondo: spesa “buona” per l’emergenza Covid e riforme strutturali per i problemi storici del paese

Qual è il pensiero economico di Mario Draghi? La domanda non è banale e la risposta non è scontata. E’ stato l’uomo chiave delle privatizzazioni negli anni Novanta, ma anche quello che quest’anno ha suggerito spesa pubblica e debito per sostenere famiglie e imprese. Da presidente della Bce ha invocato il controllo dei conti (l’austerità) e le riforme strutturali, ma è stato anche l’uomo che ha introdotto politiche monetarie espansive ed eterodosse. Impostazioni diverse in circostanze differenti. Si può dire che l’approccio di Draghi, che gli è valso la definizione di “enigmatico” da parte del Financial Times, è quello dei versi dell’Ecclesiaste (o dei Byrds, per chi preferisce il rock): “Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante...”.

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