Luciano Capone e Carlo Stagnaro
Rassegna stampa
5 ottobre 2020
Laudato si’, il Pil
La ricchezza di un paese determina benessere, salute, istruzione e felicità delle persone
La decrescita è infelice. Da Bob Kennedy a Papa Francesco, passando per Beppe Grillo: da tempo la crescita economica è messa in discussione. E’ vero che il pil misura solo la ricchezza di un paese, ma è questa a determinare benessere, salute, istruzione, felicità. Un’altra enciclica è possibile. Indagine

I nemici del capitalismo e i loro argomenti esistono da prima che il capitalismo nascesse. Da sempre il meccanismo che nella storia dell’umanità ha portato più benessere a più persone nel più breve tempo viene messo in discussione: va “ripensato” o “superato”, in ogni caso bisogna “cambiare paradigma”. Si devono abbandonare i fondamenti del suo credo, in particolare il “dogma della crescita” e in particolare ciò che serve a misurarla: il pil (prodotto interno lordo). Gli attacchi al pil e alla crescita si amplificano e intensificano durante le crisi economiche, paradossalmente proprio quando il pil si contrae. Cioè quando c’è de-crescita (infelice). L’obiettivo non sarebbe quello di migliorare o riformare il sistema per tornare presto a crescere, ma edificare un sistema radicalmente diverso su nuove e non meglio specificate fondamenta.

Eppure, proprio l’epidemia Covid-19 e il lockdown per contenerla ci hanno mostrato il volto tutt’altro che gradevole di un mondo dove forse il cielo è più blu e gli uccellini cantano più forte, ma la libertà di movimento è impedita, il sistema produttivo s’inceppa e i consumi crollano.

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