Serve aumentare la concorrenza, facilitare la traduzione di idee in imprese, ridurre, se non le imposte che paga chi crea ricchezza, almeno il costo di chi la “socializza” e delle sciocchezze che fa“Quando l’economia è in crisi, a chi chiediamo aiuto? Non alle aziende, ma allo Stato. Ma quando l’economia va bene, ignoriamo i governi e lasciamo che le aziende si prendano i benefici”. Colpisce,
in questa prima frase del nuovo articolo di Mariana Mazzucato pubblicato sul New York Times il 1°Luglio, che dopo il punto va a capo. Mentre avrebbe dovuto mettere due punti: e concludere “e ricomincino a pagare le tasse”.
Lo Stato è il monopolio territoriale della violenza legittima, per proteggere i cittadini da nemici esterni e da criminali interni. Inoltre allo Stato chiediamo di organizzare e fornire servizi universali, sanità, istruzione, welfare. Per questo gli diamo circa il 50 per cento della ricchezza che produciamo, e, pagandole, contribuiamo a rendere sostenibile l’immane debito che i governi hanno contratto. “In quest’ottica solo le imprese creano valore”, scrive la Professoressa: potrà non piacerle, ma è esattamente così che funziona, produrre profitti è responsabilità delle imprese, e pagare le relative tasse. Per lei è motivo di scandalo, per le imprese causa della sensazione di restare in credito.
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