Nicola Lillo
Rassegna stampa
Il fallimento della rete unica in Australia
L'Australia è stata l'unico paese al mondo ad avere introdotto una rete unica pubblica per la banda ultralarga
Quella dell'Australia è una storia di insuccesso che non è di buon auspicio per il nostro Paese. È l'unico Stato al mondo ad aver introdotto una rete unica pubblica per la banda ultralarga. Lo stesso obiettivo di Lega e Cinque Stelle che vogliono imitare il modello Terna per l'energia elettrica e Snam per il gas. Ma l'industria delle telecomunicazioni è un mondo a parte, non a caso questo esperimento è stato fatto solo in Australia.
Uno studio indipendente dell'Istituto Bruno Leoni - che sarà pubblicato la prossima settimana - analizza questa storia di ritardi e perdite partendo dal 2009, quando venne lanciato il piano National Broadband Network, che secondo le stime iniziali entro il 2020 avrebbe dovuto cablare il 93% delle abitazioni, con un investimento tra i 37 e i 43 miliardi di dollari australiani (tra i 23 e i 27 miliardi di euro). Nel 2013 il governo ha però preso atto che il progetto avrebbe richiesto in realtà 30 miliardi in più e altri 4 anni di attesa e ha così deciso di cambiare strada. Ma la situazione non è migliorata: la penetrazione oggi è bassa, i prezzi alti e le tecnologie non all'avanguardia. «Il piano si è tradotto in aggravi di spesa e scadenze fuori controllo», scrive l'autore del report Massimiliano Trovato. Non necessariamente questo piano deve «generare anche in Italia gli stessi sconfortanti risultati», si legge. Certo è che ora occorre confrontarsi con quell'esperienza. Che serva anche qui un'analisi costi-benefici?
da La Stampa, 29 marzo 2019