Carlo Lottieri
Rassegna stampa
19 settembre 2021
Certe idee gonfiano le nostre bollette
Adottare approcci più "laici" in tema di nucleare e di riscaldamento globale ci aiuterebbe a ridurre il caro-bolletta
La "stangata" sarà pesante, per esplicita ammissione dello stesso ministro Roberto Cingolani, che guida il dicastero della Transizione ecologica. Dal primo ottobre, infatti, si dovrà fare i conti con un significativo aumento dei costi energetici, che avrà ripercussioni sulle aziende che più fanno utilizzo di energia, ma graverà parecchio pure sui privati (si pensa, in media, a un onere aggiuntivo intorno ai 250 euro per famiglia). Per giunta, ognuno di noi dovrà fare i conti con l'innalzamento dei prezzi di vari beni, dato che il conto energetico aggraverà i costi di produzione di numerosi settori produttivi.
Una delle cause più evidenziate di questo aumento è da ricondurre alla crescita dei prezzi delle materie prime e, più nello specifico, del gas. Le ragioni del caro-bolletta, però, sono numerose e almeno su alcune di esse si può intervenire con misure correttive. Dinanzi alle crescenti difficoltà in cui ci troviamo e in considerazione della necessità che bisogna fare il possibile per uscire dalla crisi economica in cui siamo precipitati a causa delle misure adottate contro la pandemia, sarebbe anzi opportuno interrogarsi su taluni temi.
In primo luogo, è palese che abbiamo un mercato dell'energia ancora molto ingessato e monopolizzato: basti pensare al ruolo delle municipalizzate, che bloccano l'ingresso di nuove realtà e finiscono per generare, a causa delle loro posizione privilegiata, una serie di diseconomie, il cui prezzo è pagato da cittadini e imprese. Ci sono poi altre questioni degne di interesse e di cui adesso si torna fatalmente a discutere: a partire dalla decisione, più di tre decenni fa, di abbandonare il nucleare, con il risultato che in tale settore non abbiamo centrali che aiutino ad affrontare meglio la situazione, producendo a basso costo.
Come lo stesso ministro Cingolani ha inoltre sottolineato, una quota del rincaro che ci attende è poi da addebitare ai cosiddetti "permessi a inquinare", connessi alle quantità di CO2 che sono prodotte con la combustione del petrolio, del gas e di altri idrocarburi. È quella che si potrebbe chiamare la "Gretatax", conseguente a una lettura ultra-allarmistica del cambiamento climatico. Anche in merito a tale dossier, da tempo l'Italia sembra continuamente caratterizzarsi per un particolare zelo a difesa dei dogmi del politicamente corretto. Al tempo stesso, se gli ultimi diciotto mesi ci hanno insegnato qualcosa è che non esiste una scienza infallibile, quale insieme di dogmi incontrovertibili.
La condizione strutturale dell'uomo è l'ignoranza e da questo discende che ogni nostra indagine razionale è un difficile avanzare in direzione della verità, ma sempre nella consapevolezza che la ricerca scientifica è un procedere senza fine. Adottare approcci più "laici" in tema di nucleare e di riscaldamento globale ci aiuterebbe a ridurre il caro-bolletta, così come sarebbe opportuno fare il possibile per evitare la presenza di attori pubblici nel settore energetico. Questo sarebbe particolarmente importante nei riguardi dei giovani, dato che sono proprio le nuove generazioni che ora stanno pagando il prezzo più alto di tale situazione.
da La Provincia, 19 settembre 2021