Dario Antiseri
19 giugno 2020
Dario Antiseri ricorda Giulio Giorello
La mia amicizia con Giulio viene da lontano. E la nostra conversazione è proseguita sino ai giorni della sua permanenza in ospedale. Fu in quei giorni che mi disse che, appena sarebbe tornato a casa, avremmo dovuto, lui Tagliagambe ed io, progettare un ulteriore nostro comune lavoro.
In tutti questi anni ci ha unito l'impegnativo interesse per l'epistemologia - in special modo per il fallibilismo popperiano - e la passione per la libertà. E tante sono state le occasioni in cui, oltre a specifiche questioni di filosofia della scienza, abbiamo discusso in pubblico sulle ragioni della libertà, sui nemici di ieri e di oggi della società aperta, sull'idea di laicità, sul significato del Cristianesimo per l'Europa, sulle identità che escludono e sulle identità aperte.
Fu Giulio che spinse Reale e me a mettere in ordine i motivi dei nostri accordi e dei nostri dissensi e fu lui a volere il nostro libro Quale Ragione? nella prestigiosissima collana "Scienza e Idee", da lui diretta presso Raffaello Cortina.
Nella comune convinzione, per dirla con A. N. Whitehead, che uno scontro tra idee non è un dramma ma un'opportunità, Giulio "libero perché di nessuna chiesa" ed io, "libero perché cattolico", cogliemmo questa opportunità esponendo le nostre rispettive ragioni sulla libertà e la laicità - ed esponendo queste nostre convinzioni al commento-giudizio del nostro comune amico Silvano Tagliagambe.
Il libro apparso per la Bompiani, sotto la direzione di Elisabetta Sgarbi e Mario Andreose, ha il titolo Dario Antiseri, Giulio Giorello, Libertà. Un manifesto per credenti non credenti. Con una postfazione di Silvano Tagliagambe (2008).
Giulio Giorello, amico leale, intellettuale di prim'ordine e di vastissima cultura, professore apprezzato e coinvolgente, capace senza infingimenti di ascoltare le ragioni degli altri, ma anche di combatterne, apertamente, le non ragioni.
Dario Antiseri